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Roberto Calderoli, l'avviso a Matteo Salvini: "Siamo sovranisti, ma non scordi l'autonomia"

Francesco Specchia
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Caro Roberto Calderoli, lei che è al contempo il Talleyrand della nuova Lega di Salvini e l' anello di congiunzione con quella vecchia: hanno ragione i nostalgici a dire che, sostituendo "Lega Nord" con "Lega per Salvini Premier" la questione settentrionale sparirà dal radar? «Salvini ha preso la Lega al 3,9% e l' ha portata al 30%, è una Lega diversa, mantiene un aspetto "sovranista" di difesa dei confini, del lavoro, della famiglia che porta voti dagli altri partiti. Ma il federalismo resta il faro. Per dire, se guarda all' autonomia differenziata di Zaia, be' quella prevede alcune competenze esclusive dello Stato che diverranno esclusive della Regione». Ma Zaia lo sa? Voglio dire, l' art 116 3° comma a cui si riferisce lei, qui è lettera morta. C' è, sì, una legge-quadro con tutte le regioni presentata dal ministro Boccia, ma vi sta bene? «Boccia presenta proposte sciape. La legge-quadro è un ossimoro: o segui la Costituzione sull' autonomia delle singole regioni, o non la segui. Ma c' è un passaggio che anche i nostri nostalgici devono capire: l' autonomia te la fanno fare solo se stai al governo. Un motivo per cui Salvini staccò la spina ad agosto era che i 5 Stelle ci prendevano per il culo sull' autonomia: ogni volta era sempre un "ok ci stiamo, ma prima apriamo un tavolo" C' erano più tavoli da montare lì che all' Ikea». Scusi, ma gli analisti sottolineano un vostro scollamento dalle istanze del nord. Perché i vostri governatori Fontana, Zaia, Fedriga e Fugatti non si riuniscono per dettare le linee-guida su sanità, lavoro, infrastrutture? «Se non hai idea di quali siano le linee-guida, i poteri delle regioni, i soldi, come ti muovi? E qui torniamo a bomba. Si deve capire che se si vuole riformare il nord, la strada è quella di riformare anche il sud. È una strategia che Zaia in Veneto già attua, mettendo interi reparti delle eccellenza oncologica di Padova a disposizione di pazienti di altre regioni. Ecco, pensate a cosa sarebbe una partnership tra Calabria e Veneto sulla sanità. Parliamo di un fondo sanitario nazionale da 100 miliardi, da trattare con un federalismo virtuoso». Sarebbe un' idea eccellente. Ma dubito che i vostri vecchi la accolgano. Già hanno ingoiato con difficoltà il nome di Salvini sopra al titolo, appunto. Bossi ha addirittura sussurrato: "fai tutto questo perché te lo concediamo". L' idea che Salvini abbia fatto fuori la Lega padana, un po' rimane «A parte il fatto che il nome "per Salvini premier" (conto di togliere quel "per") nel simbolo ci serve perché tira più del marchio Lega; noi siamo il contrario dei partiti che, appena mettono il nome dei segretari nel simbolo si prendono la tranvata elettorale. Poi la vecchia Lega resta, e non solo per onorare il debito dei 49 milioni (ora 43); ma perché le radici quelle sono. E Bossi ha stroncato ogni opposizione, non mi aspettavo quel suo intervento lucidissimo sul doppio tesseramento, sul simbolo (anche se lì s' è un po' incasinato). E su 500 delegati aventi diritto al voto erano presenti in 400». Veramente le cronache dicono 126 delegati «Una balla. Lo erano la mattina. Al voto c' era l' 80%». Lei, da architetto delle procedure, è impegnato nei referendum. Quello per abolire la parte proporzionale del Rosatellum ve lo approveranno? «Non la tedio con i particolari tecnici, ma siccome quando le leggi le faccio io sono perfette e gli altri le fanno con i buchi, le dico soltanto che ci sono 8 Consigli regionali disposti a difendere l' ammissibilità del quesito e a sollevare un conflitto di attribuzione dei poteri. Poi il combinato disposto del referendum sulla legge elettorale con quello sul taglio dei parlamentari, apre una finestra di un paio di mesi per potere tornare al voto con gli attuali 945 parlamentari». Cioè vuol dirmi che salta il governo? «È tutto un flusso. Renzi che rompe le balle ogni giorno. Di Maio che perde i pezzi. La Carfagna che si fa la Lega Sud dentro Fi. I tre senatori transfughi dal M5S che vivevano la condizione del criceto nella ruota: li avevano usati per i voti nell' uninominale e mai più sentiti. Mai avrei detto io, che Lucidi, grillinissimo, sarebbe scoppiato e passato da noi. Ma ce ne sono altri che ci corteggiano da Fi, dal Misto» Calderoli, le ripeto: salta tutto? «Dal 15 al 30 gennaio accadrà qualcosa di grosso. Il clima si surriscalda, siamo alla sindrome cinese: se il nocciolo del reattore si fonde nulla potrà fermarlo. Io farò di tutto per agevolarlo. Ma nessuno agevolerà il mercato delle vacche, i cambi di casacca per la poltrona mi fanno schifo. Voglio che accada tutto in modo naturale.

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