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Il Foglio denuncia: "Taglio contributi, ci vogliono far chiudere". Quando Rocco Casalino li minacciò

Davide Locano
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"Un tentativo che non riuscirà per colpire Il Foglio e cercare di chiuderlo". Questo il titolo di apertura de Il Foglio del 24 dicembre, che rivela come il governo voglia togliere i contributi al quotidiano fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa. Nel pezzo si spiega: "Un giornalista già consulente di Vito Crimi, indimenticabile maestro e padrone per un anno e mezzo dei contributi per l'editoria in area governativo-grillina, ha anticipato ieri via blog una decisione del Dipartimento, di cui è direttore il dottor Ferruccio Sepe e responsabile politico il sottosegretario Andrea Martella: la decisione è di escludere il Foglio dai contributi all'editoria per il 2018, segnalata nel sito della presidenza del Consiglio. La motivazione non è chiara. Forse però la si può chiarire a beneficio del lettore". Dunque il quotidiano ricorda quando "Rocco Casalino, aveva sarcasticamente domandato al nostro Salvatore Merlo perché mai si desse tanto da fare visto che il Foglio sarebbe stato chiuso. In quel tempo la Guardia di Finanza aveva rispolverato una vecchia inchiesta di accertamento giacente da sette anni nei cassetti sui contributi per gli anni 2009-2010. Il verbale della Finanza, con la quale la cooperativa editrice del Foglio ha sempre lealmente collaborato con la cessione la più ampia di tutta la documentazione amministrativa necessaria, coordinata per l'occasione o comunque raccordata al Dipartimento per l'editoria, stabiliva che il Foglio non aveva diritto in quel biennio ai contributi di legge perché non aveva raggiunto la percentuale del 25 per cento delle vendite calcolate sull'intera tiratura, il che è falso e è stato dimostrato falso nelle nostre controdeduzioni". Leggi anche: "Nutella, il colpo di grazia?". Il sospetto di Giuliano Ferrara su Salvini Una vicenda cavillosa, sospetta, pelosa, nella quale al Foglio viene anche contestato di essere "organo di un movimento inesistente, la Convenzione per la giustizia, il che era gravemente falso, visto che il movimento esisteva, aveva tenuto un suo congresso di fondazione a Firenze, perfino alla presenza di Marco Travaglio, e dunque il suo giornale tribuna, che non ha mai risparmiato parole di commento e fatti raccontati in materia di giustizia e garantismo giuridico, aveva il collegamento di legge necessario". Clicca qui per leggere l'articolo integrale de Il Foglio

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