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Gaetano Manfredi ministro indagato: "Atto formale". Bechis scava: che grana per Conte, l'M5s che fa?

Giulio Bucchi
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"Io indagato? Un atto formale". Gaetano Manfredi, neo-ministro dell'Università e Ricerca designato sabato mattina dal premier Giuseppe Conte, è subito un caso spinoso per il governo e per i manettari del M5s. Il rettore dell'Università Federico II di Napoli si difende con un'intervista al Corriere della Sera, ma Franco Bechis sul Tempo.it ricostruisce nel dettaglio il caso sollevato poche ore prima da Paolo Becchi su Twitter.  Leggi anche: "Di Maio dovrebbe saperlo...". Becchi terremota governo e M5s   Su Manfredi "pende una accusa di falso come collaudatore delle case che Silvio Berlusconi fece costruire a L'Aquila", inchiesta passata alla storia come quella sui "balconi marci" della ricostruzione post-terremoto. Il neo-ministro "aveva fatto da ingegnere collaudatore la perizia sui materiali delle case scrivendo una relazione ritenuta falsa dagli inquirenti". Tra contrattempi ed errori tecnici vari, però, il processo non è mai stato istruito e dunque per i 29 imputati rimasti (Manfredi compreso) alla luce della data prevista per la prima udienza preliminare (5 febbraio 2020) è praticamente certa la prescrizione. Altra beffa per gli intransigenti grillini che hanno dovuto ingoiare un ministro indagato e pure prescritto, alla faccia del "fine processo mai" sognato dal suo nuovo collega alla Giustizia Alfonso Bonafede.

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