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Pietro Senaldi contro Mattia Santori, il racconto da DiMartedì: "Così il Re Sardina muore in televisione"

Davide Locano
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Santori come Sansone, taglia la zazzera, perde la parlantina e diventa molle come un fico. Martedì sera da Floris si è potuto assistere in diretta al crollo di re Sardina, che alternava in tv silenzi a balbettii, frasi sconclusionate e metafore incomprensibili, in una mal riuscita imitazione di Bersani e della sua mucca in corridoio. A stenderlo sono bastate due o tre domande banali sull'attualità. Mattia non aveva con sé da leggere il compitino scritto chissà da chi con il quale è solito arringare la folla in piazza ed è andato in tilt, spalancando gli occhioni come un cerbiatto impaurito. «Sono stufo che tutti mi domandino sempre e solo di Salvini e del Pd» ha esordito il tapino alla ricerca di guai. Subito accontentato, gli è stato chiesto per quale partito voterà, quesito pertinente da porre a un tribuno che porta decine di migliaia di persone in piazza parlando di politica. Ma re Sardina ha strabuzzato gli occhi stupefatto, come se qualcuno indagasse sulla sua vita privata, e si è pervicacemente rifiutato di rispondere. «Non mi va di dirlo», ha partorito dopo una lunga scena muta, legittimando il dubbio che sia il primo a provare imbarazzo per le proprie opinioni o che abbia chissà quale mandante da nascondere. PROGRAMMI MISTERIOSI Tabula rasa anche di fronte alla richiesta su cosa i pesciolini rossi pensino riguardo all' abolizione della prescrizione, argomento che ammorba gli italiani da mesi. Imbarazzo e nebbia, neanche gli fosse stato richiesto di illustrare la formula della relatività di Einstein. Ma Santori e compagni non si curano dei vili quesiti per esperti, fanno politica però si occupano di filosofia, non di pratica. L' ordine di scuderia è riempire l' aria di frasi retoriche e non scendere mai nel dettaglio; anche perché, quando lo fanno, le sardine prendono dei granchi epocali. Come su Bibbiano, dove il movimento sostiene che la città e la comunità sono martirizzate da Salvini, che strumentalizzerebbe l' inchiesta per attaccare il Pd. La realtà dice invece che ci sono bimbi restituiti ai genitori ai quali erano stati ingiustamente tolti e 26 indagati, tutto frutto del modello di amministrazione e assistenza sociale emiliana che Mattia e i suoi amici difendono dalla brutalità del centrodestra. SUL VIALE DEL TRAMONTO Ma è nel vedere le altre sardine che si capisce perché Mattia è il capobranco. Da Floris ne erano schierate quattro. Una studentessa al primo anno di università, due disoccupati di solide ambizioni e fragili prospettive, uno dei quali proveniente da quella ricca Emilia, dove a detta della sinistra trova occupazione qualsiasi fesso, e una ragazza che per lavoro prepara cocktail. Una specie di barzelletta per chi da mesi tuona contro il Papeete e i mohito di Salvini. La giovane fauna ittica non è nuova. Sarebbe naif, se non fosse tanto arrogante nel criticare i guidatori pur non avendo idea di dove andare e nell' esibire la propria inconsistenza come fosse un vanto anziché una colpa. Insomma, nulla di nuovo sotto il cielo e neppure nel mare magnum della sinistra. Santori, malgrado i suoi 32 anni - è coetaneo di Di Maio - ancora fa comizi nelle scuole e ha il look e il piglio del rappresentante d' istituto, come un capetto della Figc di prima del crollo del Muro. Il fatto che riesca a riunire così tanta gente in piazza, a prescindere da come andrà il voto di domenica, è una pessima notizia per il popolo di sinistra, che non trova nessuno di meglio da cui farsi rappresentare. Il movimento ittico è nato vecchio e sta già diventando stucchevole. È giovane certo, ma questo è un difetto, perché interpreta i tempi attuali, che sono decrepiti e vuoti. Rispetto a quello che erano i giovani di sinistra un tempo, Mattia è il nulla. Non è in grado di parlare di niente, ha un' ideologia prêt-à-porter imparata da social, centri sociali e tv e non coltivata sui libri. Attacca Salvini accusandolo di spargere odio, ma è il leader di un movimento che vive solo di antagonismo e che non porta nulla se non la forza oppositiva. Tant' è che se gli chiedi per chi vota, balbetta. di Pietro Senaldi

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