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Lucia Borgonzoni ribalta l'Emilia Romagna del Pd: "Basta tessera di partito, tasse, rom e moschee ovunque"

Giulio Bucchi
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Foto di gruppo a Ravenna: la leghista Lucia Borgonzoni, candidata governatrice dell'Emilia Romagna, sfida il governatore uscente del Pd Stefano Bonaccini nell'ultimo comizio prima del voto di domenica spalleggiata da tutto il centrodestra, con Matteo Salvini, Giorgia Meloni di FdI e Silvio Berlusconi di Forza Italia insieme sul palco. C'è anche Vittorio Sgarbi, capolista forzista che il Cav ha già incoronato "prossimo assessore ai Beni culturali", facendogli guadagnare un'ovazione dalla piazza.   Leggi anche: Ma le sardine un'idea loro ce l'hanno? Dove vogliono fare l'ultimo comizietto: ossessione Salvini Salvini ha lanciato la parola chiave: sicurezza, promettendo un assessorato ad hoc agli elettori. E la Borgonzoni ha suonato lo stesso spartito, promettendo una piccola rivoluzione. "Noi vinceremo perché siamo quelli di questa piazza e non quelli delle piazze contro - scandisce la candidata governatrice -. Perché abbiamo delle proposte. Questa volta noi liberiamo la nostra terra, perché in questa terra molte cose non vanno". "Noi le tasse le taglieremo, abbasseremo l'Irpef", ha garantito, per poi passare appunto al piano sicurezza: "Se vinciamo faremo sì che non aprano le moschee ovunque. Se vieni qua ti deve andare bene che io faccio l'albero di Natale e il Presepe, ti devono andare bene le mie regole. "La legge che è stata fatta sui campi nomadi la toglieremo. Basta con i milioni di euro spesi per le microaree dei rom, per persone che non hanno neanche rispetto per noi". Poi va dritta al punto: "Se non hai la tessera di partito, in Emilia-Romagna, non vinci i concorsi, con noi tutto questo cambierà". È su questa voglia di cancellare lo status quo che punta la Lega per fare la storia.

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