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Matteo Salvini, l'errore strategico. Bisignani: cosa non ha calcolato, ora è in campo Giorgetti

Giulio Bucchi
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Il grosso errore di Matteo Salvini. Dopo l'Emilia Romagna, è Luigi Bisignani, sul Tempo, ad analizzare la strategia del leader della Lega: "In questi anni, Salvini ha ragionato solo da capo partito, puntando a cannibalizzare la sua coalizione, a scapito del messaggio di unità e di forza, dimenticando di attrarre quei corpi intermedi moderati che avrebbero peraltro potuto rappresentare la fucina di una classe dirigente". Leggi anche: Un nuovo "governo ombra". Salvini ribalta la Lega: il ruolo-chiave di Giorgetti (e non solo) Fari puntati sul Carroccio: "Da Firenze in giù - sottolinea Zaia - non ci sono i Zaia, i Fontana, i Giorgetti, i Molinari, ma figure non in grado di competere con un centrosinistra in formato ZTL. In tutto questo, Giorgetti, fresco di nomina a responsabile esteri del Carroccio, non sta pensando a Palazzo Chigi bensì, spinto dalla classe di governo del nord della Lega e da una parte di Forza Italia, a creare una forza moderata di centro che, lungi dallo scimmiottare lo scudo crociato, interpreti quei valori liberali e riformatori che Salvini non può, da solo, impersonare". Per questo motivo Giorgetti starebbe "facendo una mappatura" di quei "consiglieri comunali e regionali eletti un po' in tutta Italia nelle liste civiche, con cui portare avanti questo progetto", per un "centrodestra a 4 gambe di berlusconiana memoria", conclude Bisignani.

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