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Giorgia Meloni, altri insulti dalle Sardine: "Zocc***", mettono in dubbio anche la sua maternità

Davide Locano
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«Quella non appartiene al nostro genere, è una rospa», «Io ho dubbi perfino sulla sua maternità». Ma che carine le Sardine, per fortuna ci sono loro a combattere l'odio in Italia con manifestazioni festose, bellissimi concerti e cartelli colorati. Gli amorevoli commenti che avete appena letto sono stati pubblicati nei giorni scorsi su Twitter, scritti da sostenitori per commentare un post della costola romana del movimento del cuore e della pace. Il tutto senza che nessuno si sia minimamente preoccupato di censurarli. Leggi anche: "Non ho paura di niente e di nessuno": Salvini, replica alla Meloni L'obiettivo delle invettive è Giorgia Meloni, sbranata in quanto pericolosa sostenitrice della "cultura sovranista". Un morbo che va estirpato come un Coronavirus. Per le acciughe la politica romana non è solo un'avversaria, ma una nemica. O almeno questo è quel che lascia intendere anche il sobrio Mattia Santori - autoproclamato leader dei ragazzi di Bologna - quando senza timore di coprirsi di ridicolo annuncia solennemente di considerarsi «un partigiano del nuovo millennio». In un'intervista al Corriere pubblicata ieri il 32enne emiliano ha spiegato di battersi per «la sensibilità e i valori in cui crediamo». COME SONO UMANI E allora vediamoli questi valori e questa sensibilità: «Ma chi ti scopa a te?», scrivono alla presidente di Fratelli d'Italia, «è un sacco di merda», «zoccolona». E ancora: «Come la vuoi giustificare una che sostiene la violenza contro le donne? Fa veramente schifo», «dovrebbe essere schiacciata». «Sembra Gollum, si vede anni luce che questa è frustrata». Chiudiamo qui la serie per imbarazzo, ma sarebbe ancora molto lunga. Una galleria dell'orrore inaccettabile, soprattutto per un gruppetto politico che tra le pochissime proposte avanzate nell'arco di mesi di attività politica e continue comparsate tv vanta quella di imporre il bando per chi si manifesta aggressivo sui social network. Sulle pagine dei pescetti però capita di trovare davvero di tutto. Un po' come successo per gli attacchi a Sinisa Mihajlovic, insultato per aver annunciato il suo appoggio alla Lega. Per non parlare dei pazzi che alle manifestazioni in Emilia auguravano il cancro a chi vota il Carroccio. SCARICABARILE È ovvio: Santori e soci hanno subito preso le distanze dai bulletti del web: «Riteniamo disdicevole e gravissimo», hanno spiegato in un comunicato, «che nella stessa pagina l'amministratore e gli altri moderatori abbiano permesso a chicchessia di insultare». E così penseranno di aver liquidato la faccenda, come successo per il caso della militante di Vercelli che su Facebook si è messa a insultare il leghista Gianluca Buonanno, «merda anche da morto». Ma non bisogna abboccare: le acciughe fanno registrare casi simili in continuazione. Non è neanche la prima volta che le se la prendono con la Meloni stessa, che già a novembre era stata definita come «Una pazza da manicomio», «bestia», «sgorbia», sempre facendo leva sull'aspetto fisico. Qualcuno aveva proposto di processarla come i nazisti a Norimberga. Delirio. LA FESTA È FINITA? La triste saga ittica ormai si arricchisce ogni giorno di particolari grotteschi, anche se per fortuna la fine parrebbe finalmente avvicinarsi. Lo stesso leader ieri ammetteva che la sua creatura sta vivendo una fase travagliata. Le foto dei quattro fondatori con Oliviero Toscani e Luciano Benetton hanno aperto una frattura nel gruppo, culminata con l'addio del capobastone romano Stephen Ogongo, che ha definito l'organizzazione un «prodotto di marketing, garante dei salotti e delle élite». Tra i gestori della pagina dove sono stati pubblicati gli attacchi alla Meloni c'era lui, aiutato da altri supporter. E così gli ex compagni hanno pensato di scaricargli addosso tutta la colpa: «Ogongo si è autoescluso, invitiamo pertanto tutte le vere Sardine di Roma che si riconoscono nei valori della non violenza verbale e del rispetto delle persone contro ogni forma di odio e di discriminazione, ad abbandonare la pagina "Sardine di Roma"». Tutto questo, però, spiegherebbe la mancata rimozione dei commenti, non certo la loro origine. Come dire: senza filtro i ragazzi anti-Salvini sono venuti subito a galla per quel che sono. Pescecani. Santori, tuttavia, sembra essere preso da altri problemi. Ieri ha fatto un altro annuncio significativo: «Il Pd è il partito meno lontano da noi, quello che a tratti ci ha ascoltato di più». Com'era prevedibile, finirà tutto con qualche candidatura. di Lorenzo Mottola

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