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Matteo Renzi a Porta a Porta: "Mi appello da FdI a Leu, elezione diretta del premier", Conte scaricato?

Caterina Spinelli
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Matteo Renzi fa un passo indietro sulla crisi di governo, ma non lascia scampo a Giuseppe Conte. L'ex segretario del Pd si lascia andare a una vera e propria chiamata alle armi durante la puntata di Porta a Porta. "Faccio un appello a tutte le forze politiche; cosi non si può andare avanti e dico fermiamoci un secondo e mettiamoci d'accordo per eleggere il sindaco d'Italia, si vota una persona che sarà lì per 5 anni. Cambiamo le regole. Per me la soluzione è l'elezione diretta del presidente del Consiglio". Insomma, un vero e proprio schiaffo all'attuale premier con cui i rapporti non sono dei più idilliaci.  Renzi non morirà grillino. Lo ha detto più volte e ribadito durante l'attesissima puntata di Porta a Porta di mercoledì 19 febbraio. "Io non sono una tigre, sono buono. Sono stati giorni di polemiche, ma io non sto votando con l'opposizione" riferisce poco tempo dopo aver votato con il centrodestra l'emendamento del forzista Enrico Costa. "Noi siamo coerenti con quanto fatto nel nostro Governo dal ministro Orlando. È il Pd che è diventato giustizialista". E ancora: "C'è un populismo contro il quale bisogna rivendicare il diritto di avere un'opinione. Abbiamo fatto il Governo con il M5S ma non voglio diventare la sesta stella, né morire grillino", prosegue in quello che sembra un chiaro al governo, sempre più in bilico. Leggi anche: Prescrizione, bocciato emendamento Costa: Italia Viva vota con Forza Italia D'altronde, come lui stesso sottolinea a Bruno Vespa "hanno provato a farci fuori dalla maggioranza, non ci sono riusciti. Hanno provato a mettere insieme i parlamentari 'responsabili'. La prossima volta farebbero meglio a riuscirci". Per l'ex premier l'accordo sulla prescrizione è ancora molto lontano e, se non si dovesse trovare, Iv è pronta a tutto, "anche alla richiesta di una sfiducia individuale per il ministro della Giustizia", Alfonso Bonafede,"nel caso in cui non ritirasse la sua proposta di riforma entro Pasqua". Poi la stoccata finale: "Loro (riferendosi a Giuseppe Conte e Pd ndr) possono rinunciare ai nostri voti se vogliono ma noi non possiamo rinunciare alle nostre idee".

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