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Matteo Renzi, il retroscena dopo Porta a Porta: "Elezione diretta del premier? Sono pronto a tutto"

Davide Locano
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Uno show, quello di Matteo Renzi a Porta a Porta. Da Bruno Vespa il premier finge di picchiare duro: chiede l'elezione diretta del premier, minaccia la sfiducia ad Alfonso Bonafede, chiede la cancellazione del reddito di cittadinanza. Ma è tanto rumore per nulla: ci si attendeva l'addio alla maggioranza, nulla di fatto. Urla, l'ex premier, ma di fatto, ad ora, si arrende a Giuseppe Conte. Meglio tenersi ben stretta la poltrona. Come leggere, dunque, il suo discorso su Rai 1 di mercoledì sera? Un'interpretazione la offre Augusto Minzolini in un retroscena su Il Giornale. O meglio, la offre Renzi stesso, poiché il Minzo dà conto di alcune sue considerazioni private che permettono di inquadrare meglio la performance televisiva del leader di Italia Viva. "Abbiamo una grande occasione", osservava secondo Minzo il leader IV mentre preparava la comparsata in tv, cioè di "sfruttare al meglio una legislatura che, per diverse ragioni, non può essere interrotta. Di fronte alla crisi, al rischio di recessione, a dati economici drammatici, possiamo modernizzare il Paese, possiamo stipulare tutti quanti insieme, o chi ci starà, un patto sulle riforme e portarle a casa in tre anni". Poi, Renzi ragionava: "Ho parlato di elezione diretta, io ho in mente un sistema come il sindaco d'Italia, ma sono pronto ad ascoltare altro - ha affermato -. Da quanto ne so parte del centrodestra dovrebbe starci. Se questa operazione partisse, l'ipotesi di una legge elettorale proporzionale sarebbe morta. Matteo Salvini sarebbe il primo ad avere tutti i motivi per dire sì - suppone Renzi -. Pure Conte, anche se non so se la Lega lo accetterà ancora come premier. Nel caso dovessimo pensare ad altri ci sarebbero Draghi, o la Cartabia, o la Severino. L'unica cosa che non accetto è che il Paese resti fermo. Se non cambia da qui a due mesi mi sfilo da questa maggioranza e da questo governo per non finire sotto le macerie della crisi. La mozione individuale a Bonafede resta e senza novità sulla prescrizione da qui a Pasqua la votiamo", ribadisce. Leggi anche: Renzi a Porta a Porta, appello da Pd a LeU E dunque, tutto ciò come andrà a finire? "Se il centrodestra ci sta si fa un governo istituzionale orientato su quel versante e credo che ci sarà pure una parte del Pd e dei 5 stelle, visto che i loro capi hanno già fatto un accordo con Zingaretti per andare al voto con il Rosatellum e Conte premier; altrimenti si fa un governo elettorale per arrivare alla primavera prossima con il Rosatellum e io con il 3% mi prendo i miei parlamentari; oppure, se si decide di andare avanti, si trova un' intesa, io mi tiro fuori perché quelli non li sopporto più, ma lascio a Conte 5-6 dei miei", conclude Renzi, secondo quanto riportato nel retroscena di Minzolini.

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