Sardegna: Regionali, caccia agli indecisi e ricorsi all'Agcoom
Cagliari, 13 feb. - (Adnkronos) - E' ormai caccia ai voti degli indecisi, a 3 giorni dal voto, da parte dei sei candidati alla presidenza della Regione Sardegna. E volano contemporaneamente i ricorsi a Corecom e Agcom per pubblicità ingannevole e spazi negati. Ieri due ricorsi: il primo di Idv contro uno spot dei Riformatori sardi sulle accise dei carburanti, definito ingannevole, il secondo quello del candidato Mauro Pili (Unidos) contro i tg nazionali per la violazione delle disposizioni che impongono "anche alle reti nazionali il rispetto delle regole sull'equilibrio dell'informazione. Ci oscurano perche siamo scomodi", ha detto Pili. Così come ha fatto il candidato indipendentista Pier Franco Devias, (Fiu) perche "messi da parte dai mezzi di comunicazione" regionali. Il 23 gennaio scorso l'Agcom ha richiamato la Regione Sardegna per aver pubblicato sul sito istituzionale l'opuscolo "DettoFatto", sull'azione amministrativa della giunta Cappellacci che è stato rimosso, poi due giorni fa è intervenuta nuovamente bacchettando l'Università cagliaritana per aver inserito nella home page del sito istituzionale la notizia, con una rassegna stampa, della candidatura del suo prorettore Francesco Pigliaru con il centrosinistra. Ma la partita decisiva si gioca in questi ultimi giorni, con la caccia agli indecisi. Gli aspiranti governatori almeno su questi numeri sono d'accordo: si tratta di intercettare il voto di 4 sardi su 10 che sarebbero indecisi o avrebbero deciso di non andare a votare. Ma qualcuno ipotizza che l'astensione salirà ancora a causa delle numerose schede elettorali che sono state restituite da centinaia di cittadini: Chi per i mancato rimborsi per l'alluvione del 18 novembre, chi per la Tares, chi per Equitalia, chi per la mancata stabilizzazione dopo anni di lavoro. Insomma, se i dati sull'astensionismo venissero confermati, del milione e mezzo di sardi iscritti alle liste elettorali, alle urne ne andrebbero circa 500mila in meno. Ipotesi e numeri che spingono le coalizioni a serrare le fila per intercettare quella gran massa di voti che sarebbe determinante per la vittoria finale.