Pd, Letta oggi al Colle per le dimissioni
La direzione del Pd approva il documento che chiede una "fase nuova, con un nuovo esecutivo" con 136 voti a favore, 16 contrari e 2 astenuti. Con questo atto i dem hanno chiuso l'era del governo Letta. E così ad Enrico non resta che farsi da parte arrendendosi senza condizioni a Renzi e al "suo" Pd. Oggi il premier salirà al Quirinale e si dimetterà dall'incarico. Niente resistenze, niente voto in Parlamento per verificare la maggioranza. Passo indietro - "Letta ha deciso, si dimetterà". Il primo ad annunciare l'addio al governo del premier era stato Sergio Chiamparino. E a chiarire lo scenario ci aveva pensato anche Pippo Civati che ha affermato: "Le dimissioni di Letta? Dicono i bene informati siano vicine". Il deputato della minoranza dem, arrivando al Nazareno per partecipare alla direzione del Pd, aveva confermato così le indiscrezioni sul passo indietro. Civati ha poi definito la crisi in corso nel partito "uno spettacolo non edificante. Un Pd confusionario - ha aggiunto - che non ne esce bene. Un braccio di ferro che si risolve con una soluzione improvvisata". Insomma il tempo è scaduto e il Pd ha deciso di cacciare il premier da palazzo Chigi per lanciare Renzi al governo. Annullato il viaggio a Londra - In direzione c'è stato alcun faccia a faccia: Letta, infatti, ha deciso di non partecipare. Il premier aveva rifiutato l'invito preferendo restare a Palazzo Chigi: "Preferisco aspettare qui le determinazioni che verranno prese, in modo che tutti in direzione si sentano liberi di esprimere valutazioni e di esplicitare le decisioni che ritengono opportune. Penso che, in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi, e le decisioni conseguenti siano assunte, con la massima serenità e trasparenza", aveva dichiarato all'ora di pranzo. Già prima di essere bombardato dai 136 voti a favore della linea Renzi e per un nuovo governo fino al 2018, il premier aveva alzato il telefono e annullato la sua visita ufficiale a Londra, prevista il prossimo 24 febbraio. Poi l'annuncio: "A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri". Fine.