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Beppe Grillo insulta, Matteo Renzi lo umilia

Beppe Grillo visto dal nostro Benny

Andrea Tempestini
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Certo, provare a sfidare Beppe Grillo sul terreno dell'avanspettacolo, della caciara, della rissa non è un'impresa semplice. Matteo Renzi, uscendo dagli schemi del politichese, ci ha provato. Il risultato è stato discutibile: Beppe ha sbraitato, non gli ha permesso di parlare, si è imposto con l'arroganza, e dopo un duello scoppiettante durato la miseria di 12 minuti, da buon cafone, si è alzato e se n'è andato. Ha fatto il suo solito spettacolo, il solito show. E per quanto, ad alcuni, possa sembrare l'esatto opposto, Grillo non ne è affatto uscito bene.   Renzi vs Grillo: 12 minuti di rissa Guarda il video dell'incontro su Liberotv   Democrazia "fake" - Per prima una macroscopica ragione: con il suo atteggiamento ha sputato in faccia ai suoi elettori. Alla vigilia del faccia a faccia, la fantomatica "Rete", si era infatti espressa a favore dell'incontro, anche se Grillo avrebbe preferito disertare le consultazioni, bollate come una "farsa". Grillo, costretto da poco più di 22mila voti, è così andato a Montecitorio. Non per parlare, però. Per insultare, per attaccare, per spargere veleno. Non era nemmeno sul radar di Beppe l'idea di "discutere", di consultarsi. Totalitarismo puro, insomma, mascherato con la democrazia "fake" della rete: gli elettori gli chiedono un dialogo col premier in pectore e Beppe, per tutta risposta, non ci prova neppure. Si alza e se ne va. "Mi spiace per voi" - A caldo, subito dopo il termine dell'incontro, un irritato Renzi ha scaldato i polpastrelli e ha riassunto il suo pensiero in un cinguettio su Twitter: "Mi spiace tanto per chi ha votato 5Stelle. Meritate di più amici. Ma vi prometto che cambieremo l'Italia, anche per voi". Un breve messaggio con cui strizza l'occhio ai grillini delusi e, pur senza scriverlo, calca la mano proprio sul colpo basso di Beppe al suo elettorato: Matteo, allusivo, fa notare che Grillo ha eluso quanto gli era stato chiesto solo poche ore prima, ossia il confronto.  In conferenza stampa, poi, Matteo picchia giù più duro: "Sono veramente dispiaciuto per chi lo ha votato - ribadisce -, ero abbastanza imbarazzato, capisco la difficoltà della prevendita e del calo di consenso... Ora mi auguro che in Parlamento ci sia la possibilità di prendere il buono delle proposte dei 5 Stelle, ma mi pare che stia succedendo qualcosa nel movimento. Mi dispiace soprattutto per loro", ribadisce, umiliando così l'urlatore Grillo, che soli pochi minuti prima, in conferenza stampa, si era reso protagonista di un'altro, l'ennesimo show.  "Voglio una dittatura sobria", "io di qui non me ne vado", "io con voi non sono democratico". Ma, soprattutto, ha spiegato Beppe: "Sono qui solo perché me l'hanno chiesto". E sul voto della rete dice: "E' l'esempio di democrazia a cui non credete". Una democrazia (la sua democrazia) semplicemente calpestata, e irrisa.

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