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Civati: "Renzi ha consegnato il paese a Berlusconi"

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Pippo Civati

Il dem è pronto a negare la fiducia all'esecutivo. Con i suoi sei senatori può giocare la sua partita a palazzo Madama. Ora il Nazareno è una polveriera

Ignazio Stagno
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Pippo Civati, cerca di rovinare la festa al nuovo premier Matteo Renzi nel giorno del giuramento al Quirinale e lancia il sodaggio sul web in vista della fiducia di fissata per lunedì prossimo. "Votare o no la fiducia al governo Renzi?". Il deputato Pd vuole un parere dai militanti su internet, "perché sono di solito gli elettori a scegliere". Inoltre, aggiunge Civati alla domanda, se per il futuro sia meglio rimanere nel Pd o "ricostruire la sinistra" con gli altri partiti. "Questa volta ci ha pensato la maggioranza del Pd".  L'attacco - Secondo Civati, Renzi, sostenendo che con le sue azioni ha consegnato il Paese a Silvio Berlusconi, come "si dice fecero Bertinotti e Turigliatto". "Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro", scrive Civati in un post pubblicato sul suo blog, aggiungendo anche che non sapeva nulla "della nomina del ministro Lanzetta", a lui molto vicina.  "Si dimostra molto disinvolto ma non è una novità". E "nessuno ha ovviamento inteso avvisare me o i componenti della delegazione 'civatiana' in direziona nazionale" della scelta del sindaco come nuovo ministro degli Affari regionali. Pippo Civati è pronto a pugnalare Renzi.  I numeri a Palazzo Madama - Con i suoi 6 senatori a palazzo Madama, Civati è pronto a voltare le spalle a Matteo e soprattutto ad uscire dal Pd per fondare un nuovo partito. A dichiarare guerra a Matteo è lo stesso Civati che intervistato da Repubblica afferma: "'Si tratta di un governo politico a tutti gli effetti e con la stessa maggioranza di prima, che non rispetta il mandato elettorale. Orientati a non votare la fiducia. In tal caso usciamo dal Pd''. Insomma col colpo di mano di Matteo e con la defenestrazione di Letta potrebbe esplodere il Pd. Solo qualche giorno fa Civati aveva detto: "In questo momento il Partito Democratico lo hanno lasciato tutti. E' un campo in cui si dicono delle cose e poi se ne fanno delle altre. Voglio capire che cosa fare. E' chiaro che non votare la fiducia a questo governo vuol dire uscire dal Pd o qualcosa di molto simile". La scissione è vicina.     

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