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Renzi, verso la fiducia al Senato

Renzi e Berlusconi

Lucia Esposito
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"La ricreazione è finita", ha detto Matteo Renzi subito dopo il giuramento del suo governo. Oggi, lunedì 24 febbraio, c'è la prima grande prova per il nuovo governo. La fiducia al Senato. Il governo ha bisogno di 161 voti su 320 per garantirsi la sopravvivenza. Sulla carta Matteo può contare su 165 voti contro i 135 dell'opposizione. Il rischio franchi tiratori è stato scongiurato considerato che Pippo Civati ha detto che anche se a malincuore darà la fiducia a Renzi. In bilico c'erano anche i 12 voti dei  Popolari per l'Italia (cinque avevano già dichiarato che voteranno la fiducia), ma nelle ultime ore tutti si sono compattati sul sì. Incerti i voti di Gal. (otto senatori). Oggi  ci sarà la prima fiducia ed è chiaro che un sì risicato al di sotto dei 170 voti è un campanello d'allarme più ghiacciato della campanella che Letta ha consegnato a Renzi. All'interno del Pd c'è ormai una frattura con i civatiani e e anche Corradino Mineo parla di un nuovo gruppo di Centrosinistra da formare al Senato, un gruppo che raccolga i 7 senatori di Sel, i dissidenti grillini e gli ex grillini del Gruppo Misto. 

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