Camera, approvato il Dl Irpef sugli 80 euro. Vendola e Sel votano con il Pd

di Giulio Bucchidomenica 22 giugno 2014
Camera, approvato il Dl Irpef sugli 80 euro. Vendola e Sel votano con il Pd
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Disco verde, definitivo, alla conversione del decreto Irpef: gli 80 euro in più in busta paga annunciati da Matteo Renzi sono legge. La Camera ha approvato con 322 sì, 149 no e 8 astenuti. Ha votato con la maggioranza anche Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola: solo due deputati di Sel, Giulio Marcon e Giorgio Airaudo, hanno pronunciato voto contrario al provvedimento. Vendola e la "maggioranza diversa" - Il sì di Sel al decreto Irpef "non è uno scivolo per avvicinarsi progressivamente all'area di governo. Io dico no". Così Vendola, parlando con i giornalisti in Transatlantico, ha commentato la presa di posizione del proprio partito. Il decreto Irpef "è ricco di contraddizioni e, tuttavia, interviene su una platea vasta che vive un disagio sociale straordinario. Tutto quello che assomiglia a una riparazione dei danni fatti alle famiglie va bene. Resta una perplessità di fondo sulle fonti di finanziamento del decreto", aggiunge Vendola, secondo cui Sel "dovrebbe praticare un’opposizione costruttiva e lavorare per far saltare la gabbia delle maggioranza di piccole e grandi intese" e creare "una base di maggioranza parlamentare differente". Grillini all'opposizione - Per ora, però, la maggioranza alternativa sognata da Vendola e da qualcuno all'interno del Pd stenta a nascere, perché sullo stesso decreto Irpef il Movimento 5 Stelle ha votato contro. "Si potevano fare tante cose buone con i 6,6 miliardi stanziati dal governo per il bonus 80 euro. Si potevano prendere misure più incisive per la crescita e socialmente più giuste sul fronte della redistribuzione. Ecco perché oggi abbiamo votato contro il decreto Irpef", spiegano i deputati del M5S. "Le coperture della manovra sulle buste paga, sono ballerine e in alcuni casi palesemente inadeguate. Quei soldi potevano essere utilizzati per investimenti in settori innovativi, che creano vera occupazione. Per esempio nella banda larga oppure nelle energie rinnovabili che invece il governo si prepara a umiliare nuovamente con uno spalma-incentivi che rischia di far perdere decine di migliaia di  posti di lavoro. O ancora: si poteva distribuire il bonus agli incapienti e ai più poveri che avrebbero speso tutto per necessità vitale, dando così un input forte all'economia reale. Impulso che invece non arriverà con questo bonus, come tutti sanno bene. Governo e maggioranza hanno umiliato il Parlamento e blindato un testo che dà la possibilità di fare fino a 40 miliardi di nuovo debito. Con quei soldi il M5S avrebbe fatto politiche industriali, politiche per la crescita e per la giustizia sociale. Cose - chiudono i deputati pentastellati - che questo esecutivo non sa e non può fare".