"Aspettiamo la risposta di Forza Italia, poi la prossima settimana sulla riforma della legge elettorale si chiude". Il segretario del Pd Matteo Renzi prosegue il conto alla rovescia: dopo aver ordinato il 2 gennaio ai partiti della maggioranza e dell'opposizione di scegliere tra 3 modelli di legge elettorale, ora è arrivato il momento di "tirare la rete e far scattare l'iter parlamentare". Al termine della segreteria democratica riunita a Firenze ("E' la prima di altre segreterie in giro per l'Italia - sottolinea -. Andremo in quei capoluoghi in cui si voterà il prossimo 25 maggio alle Amministrative"), Renzi vuole accelerare ancora: "Stanno facendo sforzi tutte le forze politiche, nella prossima settimana tireremo la rete per far partire l'iter parlamentare. Poi ci sarà l'abolizione del Senato, la riduzione di un miliardo dei costi della politica, il patto di coalizione dal job act per il lavoro fino ai doveri civili. La cosa importante è che la politica non perda tempo e non sprechi nemmeno un minuto". Aspettando Silvio - "Abbiamo proposto tre modelli, moficabili, ma non possiamo fare collage", spiega il segretario. "Al momento Forza Italia non ha espresso preferenze, aspettiamo il secondo partito italiano. Beppe Grillo stesso tra i 5 Stelle ha aperto una discussione, aprendo un confronto online. Angelino Alfano vuole una legge elettorale dei grandi sindaci, a doppio turno, Sel forse preferisce il Mattarellum. Una volta che avremo capito le posizioni di tutti, non apriremo trattative ma proveremo a chiudere sulla base di quelle posizioni". Il nodo delle unioni gay - Dopo la riforma elettorale, verranno anche i "diritti civili", compresa la proposta dell'unione civile per i gay che tanto ha fatto discutere e che rischia di spaccare una volta per tutte l'esecutivo, diviso tra Pd e Nuovo Centrodestra. "Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno - ironizza un po' sprezzante Renzi -: se per Alfano l'unico problema sono le unioni civili, ci è andata di lusso. Sul tema, trovo sbagliato contrapporre l'idea di famiglia alle unioni civili per i gay. I governi retti da Alfano e Giovanardi hanno azzerato il fondo per le famiglie. La famiglia è una cosa seria, dovrebbero essere coerenti. E comunque non mi faccio scavalcare da loro su questo punto. Il provvedimento da noi proposto è in linea con l'Europa, la civil partnership. Era stato proposto già alle primarie ed io ero accusato di essere il più morbido e conservatore. Oggi scopro che per Giovanardi sono quasi un pericolo pubblico...". Renzi ribadisce di non voler essere un ostacolo per il governo ("Il problema del governo è chi vuole che non faccia nulla"), ma il tema resta: se il Pd andrà avanti sulle unioni civili, ad Alfano e ai suoi al Senato non restano che tre alternative. Votare no, sperando che la maggioranza non ci sia e confermando la propria "essenzialità", prendendo quindi il coltello dalla parte del manico. Votano no, il provvendimento passa grazie ai voti di montiani e grillini e a quel punto la crisi sarebbe ufficiale. Votare sì, snaturando le proprie posizioni e chinando il capo. In quel caso, però, la vittoria di Renzi sarebbe talmente totale da rendere superflua la presenza di Ncd nell'esecutivo. In due casi su tre, insomma, è Alfano a rischiare. Peggio di lui c'è solo Enrico Letta: comunque vada, lui e la sua idea di larghe intese traballeranno.
