Lontano da quel palco dove ha sparso miele a volontà incassando gli applausi della Festa de L'Unità, il premier Matteo Renzi ha oggi inaugurato la ventesima edizione di "Porta a porta". E se appena 48 ore fa aveva ricordato con affetto i segretario che lo hanno preceduto alla guida del Pd, soffermandosi in modo particolare su Pier Luigi Bersani, "col quale il confronto è sempre aperto e che mi rallegra aver visto in mezzo a noi nei giorni scorsi", aveva detto, nello studio di Bruno vespa è tornato a ringhiare contro la vecchia guardia del partito. Compreso Bersani, che qualche giorno si era detto contrario a un premier che fosse allo stesso tempo segretario del partito. "Non ci penso un nanosecondo, nemmeno meno di un nanosecondo" ha risposto al conduttore che gli chiedeva se avrebbe accolto il suggerimento di una parte del Pd di mollare la segreteria Pd per non avere su di sè due incarichi pesanti e "ravvivare" la democrazia interna. Zero, non ce n'è per nessuno. Il segretario è e resterà lui. "Abbiamo tre anni per governare. Facciamola finita con le discussioni di politica interna. Occupiamoci di tematiche come la scuola, ad esempio". E il povero Bersani? L'anno prossimo ci sarà un'altra Festa de L'Unità...