Matteo Renzi: "Le elezioni europee non sono un referendum su di me"

di Andrea Tempestinidomenica 30 marzo 2014
Matteo Renzi: "Le elezioni europee non sono un referendum su di me"
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Il botto che arriva da Oltralpe spaventa i partiti politici di tutta Europa: Marine Le Pen, con l'ultradestra anti-euro del Front National, fa incetta di voti in Francia. Un messaggio chiarissimo a tutti i teorici della moneta unica sempre e comunque. Un messaggio chiarissimo alle cancellerie che accettano senza colpo ferire diktat e imposizioni di Bruxelles ed Angela Merkel. Il rumore del botto pare essere stato udito anche dal premier italiano, Matteo Renzi, che con straordinario tempismo sembra mettere le mani avanti. Convinto lui... - Già, perché in un colloquio con Federico Geremicca - giornalista de La Stampa vicinissimo al premier - il loquacissimo Renzi esordisce spiegando che "le elezioni europee non sono un referendum su di me. E nemmeno sul governo". Sarà, eppure un po' tutti guardano all'appuntamento del 25 maggio come a un crocevia fondamentale per Matteo e il suo esecutivo, nato senza alcun tipo di legittimazione elettorale e men che meno con dei voti (ormai, in Italia, va così: Monti, Letta, quindi Renzi...). No-name - Il premier poi aggiunge che "noi andremo al voto senza il mio nome nel simbolo del Pd. Il Pd è forte e strutturato...". Renzi, dunque, smentisce una delle indiscrezioni degli ultimi giorni, quella del suo nome nel simbolo, appunto. Una circostanza che aveva rinvigorito l'eterno paragone tra l'uomo di Pontassieve e Silvio Berlusconi. Insomma, potrebbero pensare i maligni, meglio evitare di piazzare il nome nel simbolo per delle elezioni che, complice il palpabile sentimento anti-europeista, per Matteo potrebbero trasformarsi in un boomerang. C'è tempo... - Dopo aver marcatamente messo le mani avanti, il presidente del Consiglio aggiunge: "Non credo che si tratti di una tornata elettorale difficile, drammatica per noi. Come dicevo, il Pd è forte e strutturato e credo che, al di là delle elezioni europee, nelle amministrative possa recuperare il Piemonte, l'Abruzzo, Prato e qualche altro comune". Infine una battuta sul futuro. Si parla sempre del nome nel simbolo. "Oggi è così - chiosa Matteo -: poi alle elezioni politiche, nel 2018, staremo a vedere. Tempo ancora ce n'è...".