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Coronavirus, la sinistra considera untori Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Pietro Senaldi
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 La maggioranza non sa più come fare per nascondere le proprie responsabilità sul dilagare del virus e per dissimulare la propria incapacità di affrontare l' emergenza. Per questo Conte e i suoi sodali si sono aggrappati disperatamente alle critiche che ieri gli sono state mosse da Salvini e Meloni per cercare di rivoltare la frittata. I sovranisti hanno denunciato quello che non ha funzionato e la sinistra li ha accusati di sabotaggio e di danneggiare l' immagine dell' Italia all' estero. È il capolavoro della mistificazione. Il premier prima taccia di razzismo i leghisti che avevano suggerito la quarantena a chi proveniva dalla Cina; poi, senza chiedere scusa né ammettere di aver sbagliato, sostiene che l' epidemia è tutta colpa del sistema sanitario lombardo; infine, per sua stessa ammissione, attua una politica che dà l' idea all' estero di un Paese lazzaretto, e la rivendica fieramente sostenendo di aver agito meglio dei suoi colleghi stranieri. Anziché battersi il petto, l' avvocato del popolo non trova di meglio che incolpare i capi di Lega e FdI di essere untori. A dare il pretesto alla maggioranza sono state due interviste, quella di Salvini al quotidiano spagnolo El Paìs, e quella della Meloni all' Aria che Tira, format de La7, nelle quali i due leader hanno detto quello che pensano tutte le persone di buon senso. Il leghista ha rimproverato M5S e Pd di «non aver colto i primi allarmi sull' epidemia e non essere intervenuto in tempo con controlli e blocchi che avrebbero arginato il contagio» e ha affermato che Conte di «non essere in grado di gestire l' emergenza, non essendo capace di gestire neppure la normalità». Poi ha battuto cassa, sostenendo che i 3,6 miliardi previsti dal governo sono insufficienti a medicare il danno economico che il coronavirus ha inflitto alle aziende. La leader di FdI ha invece definito «criminale» il comportamento del premier, che ha provato a cavalcare mediaticamente l' epidemia per uscirne come il salvatore della patria, ma è risultato solo «afflitto da una bulimia comunicativa che ha prodotto confusione e rischi enormi e ha avuto l' effetto di dare l' impressione che l' Italia sia l' untore del mondo».
Premier, M5S e Pd sono passati al contrattacco. Conte ha accusato la Meloni di scarso amore per la nazione e di aver dato uno schiaffo al sacrificio dei cittadini. Il Pd ha invece intimato a Salvini di mettere in quarantena la sua irresponsabilità, mentre Di Maio ha polemizzato con l' ex collega di governo affermando che se il Paese è in difficoltà «non si va in giro a parlarne male, perché i veri patrioti sono i medici» e non i sovranisti, è il sottinteso.
Forse nell' esecutivo si sono scordati che a mettere sul banco degli imputati i camici bianchi è stato il premier e che questo, oltre al caos sui tamponi, all' inutile stop dei voli dalla Cina e al totale blocco di tutte le attività, ha trasmesso all' estero l' idea di una nazione allo sbando. Come si sono dimenticati che le uniche decisioni dissennate sono state prese dalla maggioranza, che ha affrontato l' epidemia con l' ideologia e il calcolo politico, anziché con il pragmatismo, cambiando strategia e disposizioni secondo convenienza, sia sulla quarantena che sui messaggi da dare alla popolazione, che a giorni alterni rimbalzavano dall' allarmismo alla minimizzazione del problema. Il premier ha provato a risolvere l' emergenza da solo, attaccando le Regioni solo perché leghiste, fino a che non si è reso conto che gli conveniva seguirne i consigli.
Ora chiede responsabilità e collaborazione da tutti. Oggi potrà dare la prova di essere in buona fede. L' opposizione, unita più del governo, presenterà un pacchetto di misure anti-crisi, dando prova di un tentativo di essere solidale. Se le valuterà con imparzialità, il premier dimostrerà di aver capito la lezione e si rivelerà coerente con i propri appelli. I precedenti ci fanno dubitare che andrà così. La maggioranza è arrivata sbeffeggiare Fontana per essersi messo la mascherina anti-contagio e Zaia per avere detto che l' epidemia nasce dalle cattive abitudini alimentari cinesi. Poi ha rimproverato a Salvini e Meloni di essere in perenne campagna elettorale perché si sono permessi di fare delle critiche. La sensazione però è che in campagna elettorale ci sia solo Conte, che ha puntato tutti i riflettori su se stesso arrivando anche a cambiare look. Fintanto che non ha capito che gli conveniva tenere un profilo basso, perché più appare in tv più gli italiani si allarmano.

 

 

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