Legnano, Lega Nord: "Kyenge ebete. Vada a fare il ministro in Congo"

L'insulto dopo che il ministro aveva definito gli "immigrati" una risorsa. Dura replica del Carroccio
di Ignazio Stagnodomenica 23 giugno 2013
Cécile Kyenge

Cécile Kyenge

2' di lettura

Guerra infinita tra Lega e il ministro Cécile Kyenge. Sulla pagina ufficiale Facebook della sezione di Legnano si apre un nuovo fronte. "Se sono una risorsa... va a fare il ministro in Congo!!!! Ebete!". Questo il commento a un articolo di giornale in cui la Kyenge definiva una "risorsa" gli immigrati. E scoppia la polemica. Così dalle pagine del Corriere di Verona il segretario locale, Marco Pavan, prova a difendere i suoi: "In dialetto veneto ebete è un aggettivo che diventa persino affettuoso e vuol dire ingenuo", ha detto.  Zaia non serve - Non sono dunque servite le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che proprio ieri, mercoledì 19 giugno, aveva invitato a un "confronto doveroso", che "debba avvenire nell'ambito della buona educazione e della civiltà". Pavan poi ha precisato che il post contro Cécile Kyenge “voleva evidenziare tre dimenticanze del ministro: gli immigrati possono essere regolari o clandestini, che i regolari, se integrati, possono essere una risorsa mentre i clandestini non pagano tasse, che la necessità di avere un lavoro oggi è per prima dei nostri giovani e di quei padri che non riescono a mantenere i figli”. I precedenti - Questo di Legnago è l'ultimo attacco leghista al minsitro per l'integrazione. Pochi giorni fa c’era stato il caso di Dolores Valandro, altra leghista veneta che si chiedeva: “Perché nessuno stupra Cecile Kyenge?”. Poi Anna Giulia Giovacchini, di Monza, aveva detto: “Immigrati annegati? Allora non mangeremo più tonni”. Insomma la Kyenge tiene banco nel dibattito della Lega. I toni duri vengono censurati da più parti. Il leghista Mario Borghezio dopo alcune sue dichiarazioni sul tema dello Ius Soli (pallino fisso della Kyenge), è stao espulso dal gruppo Edf del parlamento europeo di cui faceva parte. Insomma chi tocca la Kyenge si brucia. E Sartori, il politologo, lo ha pure scritto sul Corriere: "E' un ministro intoccabile. Non per me". (I.S)