Bersani si arrende e si rifugia a Piacenza

Dopo il fallimento il segeretario Pd si è eclissato: è toccato ad Enrico Letta parlare dopo l'incontro al Colle
di Lucia Espositosabato 30 marzo 2013
Bersani si arrende e si rifugia a Piacenza
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di Mattias Mainiero Sic transit gloria Pier Luigi. Traduzione per chi non ama le parole oscure e i giri di parole: Pier Luigi Bersani non c’è più. Precisazione: noi sappiamo, per la verità, che Bersani non c’è mai stato molto. Da ieri sera c’è ancora di meno. Smacchiato, per usare un termine a lui caro. Cassato. Estinto. Ei fu. L’uomo, evidentemente, ha un dono tutto suo: trasforma in nulla ogni cosa che tocca, compreso se stesso. Un re Mida molto particolare. Breve cronistoria di una lunga serie di insuccessi. P.L. era il vincitore in pectore delle Politiche. Grazie al rovinoso governo Monti e ai non pochi errori commessi dal precedente governo di centrodestra, gli sarebbe bastato stare zitto per fare il pieno di voti. Vincitore a mani basse e a bocca chiusa. Invece, Bersani ha deciso di parlare, ha dissipato il vantaggio enorme che aveva, ha subito la rimonta degli avversari, ha visto straripare Grillo e alla fine si è dovuto accontentare di un successo striminzito. In virtù della mezza débâcle elettorale, ha però ricevuto dal presidente Napolitano - che non poteva fare altro - l’incarico di esploratore. E dopo essersi perso nel vuoto della sua campagna elettorale è riuscito a perdersi anche nelle nebbie della sua supponenza e delle sue chiusure, del suo antiberlusconismo e delle sue fissazioni. Leggi l'articolo integrale di Mattias Mainiero su Libero in edicola oggi sabato 30 marzo