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Renzi: "Ingiusti gli attacchi. Voglio un Pd vincente"

di Andrea Tempestinidomenica 21 aprile 2013
Matteo Renzi

Matteo Renzi

2' di lettura

Schermaglie continue. Guerriglia. Cannonate. Apre il fuoco Matteo Renzi, risponde la nomenclatura democratica, e il sindaco non arretra di un millimetro. La breve cronistoria delle ultime ore inizia con l'attacco del rottamatore di domenica sera, in un'intervista al Tg5: oltre a ripetere l'appello a Pier Luigi Bersani ("sbrigati") Renzi boccia Anna Finocchiaro e Franco Marini nella corsa al Quirinale. Inadeguati. Risponde per prima la Finocchiaro. La butta sull'insulto: "Renzi? Un miserabile". Quindi Marini: "Dal sindaco parole gravi e offensive". "Insulti incomprensibili" - La controrisposta del sindaco arriva nella e-news settimanale. "Personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io, e che pensano milioni di italiani". Ossia, bene ripeterlo, che la tattica di Bersani sta paralizzando il Paese e che certe scelte sul Quirinale sono perdenti. "Mentre il Paese vive una difficoltà economica evidente - prosegue Renzi -, aggravata dalla mancanza di speranza e di fiducia che lo stallo politico produce, il clima istituzionale appare teso. Mi spiace che in questi giorni molti usino insulti che mi suonano incomprensibili". Ogni riferimento non è puramente casuale. Perdenti... - Poi il sindaco sale di tono. Rilancia l'offensiva. Con poche parole, al solito durissime e umilianti per un Pd che brancola nel buio assoluto: "Se qualcuno vuole parlare la linga dell'insulto, si accomodi. Io non raccolgo. Finché mi sarà possibile continuerò a dare il mio contributo perché l'Italia torni a competere e a sperare. E mi impegnerò perché il Pd diventi un partito vincente". Una sentenza, quella di Renzi. Un'etichetta attaccata sulla fronte di Bersani e sulla fronte di tutti i suoi "compagni" di partito che lo vogliono far fuori: siete dei perdenti. Le ultime elezioni lo hanno dimostrato.