Libero logo

Pannella prosegue lo sciopero della fame I medici: non c'è più tempo, rischia grosso

domenica 23 dicembre 2012
Pannella prosegue lo sciopero della fame I medici: non c'è più tempo, rischia grosso

4' di lettura

Roma, 18 dic. (Adnkronos/Ign) - Marco Pannella va avanti nonostante tutto, anche se i bollettini medici sono sempre più allarmanti e ora lasciano chiaramente intendere il rischio di "danni irreparabili" per la sua salute. Il leader radicale prosegue nello sciopero della fame e della sete, forma estrema di protesta per sensibilizzare sul dramma delle carceri. Dal mondo della politica diversi attestati di solidarietà e oggi il presidente del Consiglio Mario Monti si è recato nella clinica romana che ospita Marco Pannella. Monti è pronto ad approfondire le questioni legate all'emergenza carceraria in Italia e invita Pannella a sospendere lo sciopero della fame e della sete. Il presidente del Consiglio ha avuto con il leader radicale un colloquio sui temi della legalità, della giustizia e della situazione carceraria, in Italia e nel contesto europeo. Pannella ha anche esposto le ragioni e gli obiettivi della sua azione. Dallo scambio di opinioni, Monti ha tratto spunti che si ripromette di approfondire. Pannella in serata ai microfoni di Radio Radicale l'ha ringraziato, ma ha voluto precisare che sarebbe andato avanti con la sua protesta: "Presidente Monti grazie, ma non posso sospendere". "Sei venuto da noi -dice il leader dei radicali rivolgendosi al premier- non abbiamo i muscoli per ringraziarti per essere almeno venuto a cercare di comprendere che cosa vogliamo". "Non c'è più tempo", occorre intervenire con una "terapia adeguata". E', a quanto riferisce Radio Radicale, il contenuto dell'ultimo bollettino medico sulle condizioni di Marco Pannella. Nel precedente si sosteneva che "non sono più procrastinabili" la ripresa dell'idratazione e di un apporto calorico adeguato e che il rischio di conseguenze irreparabili è sempre più consistente. Anche oggi Pannella ha continuato il totale digiuno per cibi solidi e liquidi. Le condizioni generali appaiono fortemente compromesse, il peso è di 71,9 kg, la diuresi di 80 cc, la pressione arteriosa di 110/70 mmHg con un graduale incremento della frequenza cardiaca, che è di 80/min. Lo stato di spossatezza determina periodi di sopore da cui è facilmente risvegliabile, mentre gli indici di funzione renale sono ulteriormente peggiorati (creatinina 1.85 mg/dl, azotemia 130 mg/dl, sodiemia 150 mEq/l). L'ematocrito è salito al 50% come spia del progressivo incremento della viscosità ematica. In definitiva, rilevano i medici, si sta oramai assistendo allo sviluppo del previsto danno renale. "Sono profondamente vicino a Marco Pannella, che sta conducendo una battaglia doverosa contro le disumane condizioni in cui si trovano a vivere i detenuti nelle carceri italiane" dichiara il ministro per l'Integrazione Andrea Riccardi, che rivolge un appello al leader radicale: "Interrompa lo sciopero della sete e della fame, affinché possa così vivere e proseguire le sue battaglie". "Siamo vicini come sempre a Marco Pannella in questa sacrosanta battaglia sulla situazione carceraria italiana" dice in una nota la senatrice di 'Grande Sud', Adriana Poli Bortone, che solo poche settimane fa, proprio insieme al leader dei radicali aveva fatto visita al carcere di Lecce. "Marco Pannella - aggiunge - deve continuare a vivere per poter portare avanti la sua battaglia". "Grazie a Pannella e ai radicali sono stati già raggiunti importanti risultati, primo tra tutti il fatto che l'emergenza delle carceri italiane è salita alla ribalta delle cronache" ha detto Stefania Prestigiacomo (Pdl). Prestigiacomo ha sottolineato però che "nemmeno alla più nobile delle battaglie deve essere sacrificato il bene più prezioso, quello della vita. Mi unisco dunque al coro di tutti quelli che, numerosi, si appellano a Marco Pannella affinché sospenda lo sciopero della fame e della sete. La sua è una protesta sacrosanta che non deve però arrivare a queste forme estreme". "Marco Pannella sta testimoniando, con la sua civile e drammatica testimonianza, l'intollerabilità di una situazione di illegalità e di inumanità. Non ho titoli per rivolgere appelli a chi che sia, ma penso sia indispensabile che tutte le autorità istituzionali che possono, Presidente della Repubblica, Parlamento, presidente del Consiglio e governo, debbano prendere l'iniziativa per accogliere la domanda che vive nella nobile testimonianza di Marco Pannella" afferma l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. "Mi rivolgo dunque al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia e a tutti i parlamentari, affinché il problema dell'amnistia sia trattato con la necessaria e doverosa urgenza. Mi rivolgo al nostro caro concittadino Marco Pannella affinche' sospenda il digiuno", ha dichiarato Paolo Tancredi (Pdl). "Nel ricordare oggi a Marco Pannella che la vita è il bene più prezioso, Pannella da oltre 30 anni lotta per la vita del diritto come unica possibilità di godere del diritto alla vita!" il ministro Riccardi "ha anche impunemente dichiarato di essersi 'battuto purtroppo senza successo' per arrivare ad una legislazione che estendesse 'le misure alternative al carcere per i tossicodipendenti'. E dove si sarebbe battuto, di grazia, nei convegni?". Lo chiedono in una nota il senatore Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale e Giulio Manfredi, membro del Comitato nazionale Radicali Italiani, commentando le parole del ministro della cooperazione Andrea Riccardi che ha rivolto un appello a Pannella chiedendogli di interrompere lo sciopero della sete e della fame. "Oppure - continua la nota dei due esponenti radicali - non si stratta dello stesso ministro Riccardi che, per un anno intero, ha completamente delegato la materia delle politiche sulle tossicodipendenze tanto in Italia quando all'interno dei fori internazionali, alla tecnocrazia proibizionista del professor Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Antidroga; oppure non deve esser lo stesso ministro Riccardi che solo una settimana fa si è prodotto in una dichiarazione contro il diritto di scelta delle donne sull'aborto che il suo predecessore non si sarebbe mai azzardato a fare". E in un tweet Adriano Celentano scrive: "Possibile che si debba rischiare la vita fino a questo punto per avere giustizia".