Pier Ferdinando Casini spinge per Mario Draghi: "Persona credibile". E attacca Conte: "Insana idea fare tutto da solo"
"C'è un tempo di guerra e c'è un tempo di pace. Ora siamo in tempo di guerra: le diserzioni non sono possibili". Esordisce così Pier Ferdinando Casini in un'intervista al Corriere della Sera in cui fa il punto tra emergenza coronavirus e scenari politici. Ancora il paragone con la guerra, già speso qualche giorno fa in un altro colloquio con Il Giorno. Ma non è questo il punto. Il tema, semmai, è che anche secondo Casini - e lo si legge tra le righe - l'epoca di Giuseppe Conte è destinata a chiudersi appena superata l'emergenza sanitaria: "Adesso il governo Conte deve essere sostenuto da un'ampia maggioranza parlamentare perché una crisi oggi finirebbe per aggravare l'emergenza - riprende il senatore -. Poi si farà punto a capo e inizierà una stagione nuova".
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Una stagione nuova che ha un nome già scritto nelle stelle: Mario Draghi. Anche Casini, infatti, sostiene e rilancia l'ipotesi di spedire dritto dritto a Palazzo Chigi l'ex presidente della Bce. Sta pensando a un governo Draghi?, gli viene chiesto. "Sarà il presidente della Repubblica a decidere quale sarà il percorso. Certo io penso che le persone che hanno più credibilità difficilmente possano rifiutare la chiamata della patria", rimarca. Insomma, tutto chiaro.
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Ma Casini, nel corso dell'intervista, non solo si spinge a tratteggiare il dopo-Conte, ma critica anche l'attuale operato del presunto avvocato del popolo. "Siamo a un caos generalizzato: ordinanze e contro-ordinanze, il tutto alle spalle di cittadini sempre più furenti perché non capiscono che cosa devono fare. Perciò la prima cosa è quella di istituire una cabina di regia Stato-Regioni", premette. "Altro consiglio - riprende -: complicizzare l'opposizione. Se qualcuno ha l'insana idea di andare avanti da solo perché ha la maggioranza parlamentare o perché guarda ai sondaggi è fuori dal mondo". Nessun riferimento esplicito, ma al premier fischieranno le orecche. "Non a caso Sergio Mattarella richiama all'unità nazionale. Il capo dello Stato ha capito più di ogni altro che non c'è niente di più pericoloso dell'illusione che esista una maggioranza e che questa possa fare da sola", conclude Casini.