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Movimento Cinquestelle, il "patto anti-Dibba" con l'ok di Grillo. Ma torna l'ipotesi scissione a maggio

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Blindare il governo Conte e depotenziare le mire di Alessandro Di Battista. Lo scrive il Messaggero che rivela l' accordo che vede da una parte l' ala di Paola Taverna e dall' altra quella di Luigi Di Maio. In mezzo, Beppe Grillo, favorevole anche lui a non terremotare con una nuova leadership il cammino già accidentato dell' esecutivo. Il via libera al rinvio degli Stati generali a fine anno - "ufficialmente causa coronavirus" - è stato sancito martedì scorso durante una conference call del comitato di garanzia. Roberta Lombardi (ormai di nuovo vicina a Taverna), Giancarlo Cancelleri (viceministro fidato di Di Maio) confermano Vito Crimi capo politico del Movimento. Da statuto lo slittamento deve avere anche il via libera di Beppe Grillo, il Garante, che infatti dà l' ok.

 

 

Sono quelli che vogliono frenare la riscossa di Alessandro Di Battista che è tornato a farsi notare con raccolte firme tra i parlamentari ed è pronto a rompere il fronte con la battaglia sul Mes. Dietro di lui c' è Davide Casaleggio: il proprietario di Rousseau in questa fase di pandemia - al di là della pur importante partita sulle nomine - ha visto sfuggirsi da sotto le mani la regia del M5S. Ma in questo magma c' è un altro fronte che si apre: la scissione. Infatti c' è una discreta pattuglia di parlamentari eletti nei collegi uninominali che medita l' addio. Due se ne sono stati già andati: Antonio Zennaro e Fabiola Bologna. Ma - secondo quanto risulta a Il Messaggero - almeno un' altra decina di deputati è con la valigia in mano. Lamentano il mancato coinvolgimento e non si riconoscono nelle anime in guerra tra loro per il potere. Tra questi Paolo Lattanzio, da sempre critico con i vertici, ma anche Giorgio Trizzino, leader dei competenti.

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