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Giuseppe Conte scomunicato dalla Chiesa: le fonti di Bisignani, i cattolici portano il premier in tribunale

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Il mondo cattolico ha deciso: non si può puntare su Giuseppe Conte per il futuro. Lo scrive Luigi Bisignani nel suo editoriale pubblicato nell’edizione odierna de Il Tempo. “Il premier non sa più a che santo votarsi per smontare questa convinzione - sostiene il faccendiere - certo com’era che bastasse aver frequentato Villa Nazareth per diventare il nuovo uomo della Provvidenza della politica italiana”. A dichiarare guerra a Conte sono state innanzitutto le dodici associazioni cattoliche che lo hanno portato davanti al Tar per eccesso di potere: la limitazione della libertà di culto nei Dpcm non è stata affatto digerita, anche perché in ben 34 luoghi chiusi analoghi alle Chiese è stata consentita la prosecuzione delle attività. L’accordo con la Cei e la ripresa delle celebrazioni dal 18 maggio sono state tardive, le associazioni insistono comunque per una sentenza del Tar.

Ma non è tutto, perché Bisignani sostiene che “nei Sacri Palazzi sono furiosi con ‘Giuseppi’ per alcuni temi che lo hanno visto ‘distratto e insensibile’. Il punto che crea maggiore sconcerto nel mondo cattolico è quello che riguarda le scuole paritarie: in Italia sono quasi 13mila, di queste carica 9mila sono cattoliche con oltre 900mila alunni. Si calcola che a settembre saranno almeno 30mila i docenti destinati a perdere il lavoro. Già in questi mesi - svela Bisignani - molti istituti si sono trovati in grosse difficoltà, con stipendi non pagati anche a causa delle tante famiglie che, colpite dai problemi economici legati al lockdown, non hanno pagato le rette scolastiche. Alle 40mila scuole statali sono stati invece destinati 1,5 miliardi di euro”. In risposta la Fidae, con la maggioranza dei vescovi in prima linea, si sta preparando a portare il governo nei tribunali “per l’evidente discriminazione di quelle famiglie che, esercitando un loro legittimo diritto costituzionale - sottolinea Bisignani - hanno optato per la libertà di insegnamento e oggi si trovano pregiudicate dal governo del ‘cattolico’ Conte”. 

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