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Giorgia Meloni, sfottò ai detrattori: l'impennata nei sondaggi? Ecco il suo vero segreto

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Bruna Magi
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La sfottono da ogni lato, ma le donne tutte sorelle nel proclamare la solidarietà di genere si guardano bene dall'intervenire in soccorso d'immagine nei confronti di Giorgia Meloni, sfottuta da ogni lato. Prendono spunto dal fatto che nella prima gioventù (si fa per dire, a quarantatre anni oggi una donna è ancora giovanissima) ha fatto la cameriera e la barista, ma l'orgoglio costante nel guadagnarsi la vita non le ha procurato il plauso commosso tributato alla Bellanova quando dedicò ai campi la forza notevole delle sue braccia. E neppure il suo impegno politico viene riconosciuto da chi ha un'altra fede. Non viene citato il suo impegno di mamma, né la piacevole eleganza che si è evoluta negli ultimi tempi, anzi, soprattutto viene dileggiata per la bassa statura. Lo ha fatto persino Crozza, affidando all'imitazione di Vittorio Feltri un concetto ben lontano dal direttore, cioè che la figura della Meloni sia infelice proprio a causa della bassa statura.

 

 

QUANTA INVIDIA
Tutti invidiosi per l'impennata nel grafico dei sondaggi, con Fratelli d'Italia a un passo dal doppiare il Movimento Cinque Stelle? Ecco perché ci è venuta in mente una verità storica: a parte il detto popolare secondo il quale nella botte piccola sta il buon vino (il succo di Bacco si trova a suo agio anche nei grandi tini giganti, dipende dall'uva), i detrattori di Giorgia non si rendono conto dell'autogol, perché la storia è colma di personaggi bassi che sono diventati giganti: in molti casi è stata proprio la carenza di centimetri a scatenare la rivalsa verso gli altri, per alcuni addirittura verso il mondo intero. È quella che gli storici definiscono «l'imponenza della bassa statura», capace di fare il miracolo: i fan, i seguaci, il popolo, non se ne rendono più conto, considerano istintivamente alti quelli di successo, o quelli che comunque hanno conquistato il potere. Ed è proprio la "bassezza" a fare da propellente verso l'alto, supportando altre qualità che altrimenti non emergerebbero. Pensate a Napoleone I, alcune valutazioni sostengono che fosse addirittura inferiore al metro e sessanta.

Ma vedendolo a cavallo ritratto dal David oppure per l'incoronazione del Duomo di Milano, nessuno lo direbbe. Ci sono stati purtroppo anche i tipi bassi che hanno avuto successo sulla sponda del male: Attila, flagello di Dio, era alto un metro e cinquanta, e Stalin, che i sinistri si ostinano a non riconoscere mai come genio del male, era intorno al metro e sessantacinque. Il primato lo aveva toccato un eroe della Rivoluzione messicana, Benito Juarez, che divenne presidente e fautore di molte riforme, un metro e trentasette.
 

BASSOTTI SCATENATI
A lui dovette il suo nome Mussolini, non a caso in principio anima socialista, che non arrivava al metro e settanta. Il più scatenato dei bassotti, protagonista assoluto, eroe del volo su Vienna, seduttore inesauribile, geniale poeta, fu Gabriele D'Annunzio, un metro e sessanta. Non ne tenevano conto neppure le tante donne anche famose che amò. Roba vecchia? Affatto, basti pensare a Silvio Berlusconi, un metro e sessantacinque di grande inventiva imprenditoriale, e nell'editoria italiana fu grandissimo Edilio Rusconi, anche lui sotto il metro e settanta. Inventore di formidabili testate come Oggi, Gente e il femminile Gioia, fu tra i creatori del premio letterario Campiello. Alcuni suoi giornalisti comunisti lo chiamavano "il puffo", ma lui se ne infischiava, li amava comunque nel complesso della casa editrice. Categoria fondamentale in cui certi piccolini hanno fatto dimenticare i propri centimetri: il genio Al Pacino e Tom Cruise, eroe delle missioni impossibili, sfiorano appena il metro e settanta. L'icona Dustin Hoffman e l'ex maghetto Daniel Radcliffe stanno intorno al metro e sessantacinque. La superstar Elizabeth Taylor era un metro e cinquantasette e la nostra immortale Gina Lollobrigida misura uno e sessantacinque. Che vogliamo dire? Forza Giorgia!

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