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Paola Taverna, lo sfogo al ristorante dopo lo stop al Dl Elezioni: "Figli di una mign***", senatori M5s nel mirino

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L'annullamento del voto sul dl Elezioni, causa mancanza del numero legale, ha suscitato reazioni colorite. Il Foglio dà conto degli insulti, come "sti fijide’na mign***a!”, espressione parecchio colorita, usata dalla grillina Paola Taverna. Il tutto ha inizio - stando a quanto racconta il quotidiano diretto da Claudio Cerasa - alle 21.30 di giovedì, quando la senatrice grillina è comodamente seduta in trattoria con Vito Crimi, reggente M5s e Laura Bottici, questore del Senato. Qui a tutti arriva un messaggio dal gruppo parlamentare: “Aula convocata domani mattina alle 9.30. Va ripetuta la votazione di oggi. Rientrare tutti. Esserci”. Ed ecco che alla Taverna esce il “’Sti fiji de ’na mign***a!”.

 

 

Una colpa, questa, non da imputare agli operatori tecnici del Senato e neppure all'opposizione che con Roberto Calderoli ha sollevato il sospetto che qualcosa nel voto non fosse andato per il verso giusto. Niente affatto, il rimprovero della grillina era riferito ai suoi stessi colleghi, o meglio, agli otto assenti del Movimento 5 stelle (Abate, Crucioli, l’Abbate, Marinelli, Mininno, Pacifico, Romano e Turco), probabilmente - è questo il ragionamento - al centro di una manovra per indebolire Giuseppe Conte, o quanto meno mandargli un messaggio trasversale.

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