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Recovery Fund, il piano di spesa di Giuseppe Conte: 137 progetti per 209 miliardi

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I  soldi del Recovery fund,  il piano che ci assegna 209 miliardi di euro tra sussidi a fondo perduto e prestiti da rimborsare, ancora non sono arrivati ma bisogna presentare un piano di riforme che deve essere approvato dalla Commissione europea. L'Italia però già si era preparata una listarella. Come scrive il Corriere della sera:  "Qui c'è un piano A in linea con Bruxelles, e cioè un nuovo taglio delle tasse sul lavoro. E un piano B meno ortodosso dal punto di vista comunitario ma sul quale c'è una forte spinta politica: il taglio dell'Iva per gli acquisti con carta di credito e bancomat, dunque in chiave anti evasione fiscale.

Stavolta il governo italiano si era portato avanti. In attesa che l'Unione europea desse il via libera al Recovery plan vero e proprio, il piano che ci assegna 209 miliardi di euro tra sussidi a fondo perduto e prestiti da rimborsare, l'esecutivo aveva già scritto il suo di Recovery plan. Nove punti e 137 progetti presentati il 21 giugno, alla fine di quella sfilza di incontri chiamati Stati generali". 

 

Nella voci previste c'è la sanità, unico capitolo di spesa possibile per il Mes,  per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali "ci dovrebbe essere un'estensione che arrivi a coinvolgere anche i lavoratori atipici, dai contratti a termine ai collaboratori che oggi sono meno protetti. Il Recovery fund potrebbe portare anche alla creazione di un'agenzia separata per gestire la cassa integrazione".

Difficile invece pensare di usare i fondi del Recovery per la scuola, soprattutto perché i fondi arriveranno nel primo trimestre del 2021. "Un altro intervento riguarderà i tempi di pagamento della pubblica amministrazione, che poi significa dare liquidità (dovuta) alle imprese. Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, in troppi casi non rispettiamo ancora il limite dei 30 giorni, portato a 60 nella sanità.

Poi c'è la parte di investimenti in senso stretto, che riguarderà la transizione verso l'economia green, la gestione dei rifiuti, che specie al Sud è ancora un buco nero. E anche il trasporto pubblico, settore con i conti sempre più in difficoltà visto che i mezzi privati hanno conosciuto un nuovo boom per la paura di salire su autobus e metropolitane".

La Ue, come noto dalle cronache, non ha dato i soldi a cuor leggero, dobbiamo diminuire le spesa pubblica,  fermare Quota 100 in anticipo, rispetto alla scadenza naturale fissata alla fine del prossimo anno e soprattutto la diminuzione il peso delle pensioni sulla spesa pubblica. 

 

Tra le ipotesi allo studio c'è anche un sistema fiscale di vantaggio per gli imprenditori del Mezzogiorno,  una revisione del sistema catastale, e rafforzare la tassazione sulla casa per alleggerire quella sul lavoro. 

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