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Lucia Azzolina e i banchi rotanti, le aziende del settore: "Bando scritto da incompetenti"

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Se doveva essere un banco di prova, si è trasformato per lei in un banco degli imputati. Se voleva essere un esame di Stato, oltreché di stabilità sulla sedia (e sulla poltrona), ha prodotto una bocciatura sonora. Il ministro dell'Istruzione Azzolina, il Toninelli donna di questo governo, aveva promesso fuoco e fiamme nei giorni scorsi, sentendosi ingiustamente attaccata in merito alle sue idee per la ripartenza scolastica. 

«Ora vado in tv e spiego io», aveva annunciato. «Adesso basta». Ammazza che grinta, le avevano detto i supporter, spacca tutto e fa' vedere chi sei Peccato che il tanto auspicato riscatto di immagine, dopo un inizio mandato a dir poco disastroso, sia stato a sua volta un fallimento. Riassunto nella scena, destinata a restare memorabile, del ministro che si siede su uno dei banchi a rotelle che tante ironie le hanno attirato. E balbetta, imbarazzata, frasi che confermano sia l'inutilità di quello strumento che la sua totale inadeguatezza in quel ruolo. 

 

«NON è DIFFICILE»
Il siparietto dell'altra sera è andato in onda, perdonate il gioco di parole, a In Onda, il programma su La7 co-condotto da Luca Telese e David Parenzo. A un certo punto quest' ultimo prova il banco singolo munito di ruote. «Vuole che mi sieda io?», gli chiede la Azzolina. Quindi, caracollando, il ministro si approssima al banco e si accomoda. «Non è difficile, come vedete, sedersi e lavorare», sentenzia. «Tra l'altro si muove anche bene», continua, riferendosi al tavolino mobile, mentre giocherella, rischiando di staccarlo. E, quando Telese le obietta che su quel piccolo ripiano difficilmente entrerebbe il dizionario Rocci, ricordo voluminoso di chiunque abbia studiato greco, lei risponde: «Entra il Rocci e anche tutto il resto. Siete malpensanti». Anche se è evidente che a fatica, su quel banchetto, ci starebbe un quaderno aperto. Infine, con la modestia che la contraddistingue, a Telese che la pungola con un «Ma lei faceva le versioni a memoria!», la Azzolina replica: «È vero, e prendevo anche dei buoni voti». 

Potrebbe essere sufficiente questo scambio di battute a derubricare l'immagine come una delle più patetiche della Terza Repubblica, se non fosse che il peggio la Azzolina lo dice quando prova a giustificare l'utilità di quei banchi: «Oggi servono al distanziamento, ma rappresentano delle tecnologie innovative di didattica nuova, di ambienti di apprendimento nuovi». Quindi, dei mini-banchi muniti di un tavolino rappresentano delle «tecnologie innovative di didattica»? Sì, un po' come il software per calcolare la metratura delle aule, che la Azzolina presentò come la rivoluzione del secolo, non ricordandosi che esisteva già il catasto 

 

BANDO FOLLE
Banchi sui quali peraltro il ministro ha subito ieri l'attacco di una delle maggiori case produttrici del settore, la Vastarredo di Emidio Salvatorelli che, in un'intervista a Il Foglio, ha ricordato l'assurdità del bando per il reperimento di quell'attrezzatura scolastica, dando dell'«incompetente totale» a chi lo ha scritto. La richiesta del ministero prevede lotti da 200mila banchi per ogni azienda vincitrice, numeri spropositati che non tengono conto delle capacità produttive delle imprese italiane, degli spazi dei loro capannoni, dei tempi ristrettissimi (i contratti verranno sottoscritti il 7 agosto e la consegna dei prodotti è prevista entro il 31) e della difficoltà di ricevere le forniture in pieno agosto. Un bando scritto coi piedi, o forse con le rotelle. Come pare d'altronde tutto il piano per il rientro a scuola degli studenti, per il quale il ministro si affida a un fantomatico protocollo di sicurezza, senza però avere lei stessa la più pallida idea di come fare. 

Ai due conduttori di In Onda che le chiedono cosa succederebbe se a scuola dovesse esserci un caso positivo di Covid, la Azzolina fa sapere che, se fatti i test, «non ci sono dei casi, ovviamente non c'è bisogno della quarantena». Sì, ma se invece ci sono dei casi? Boh, bisogna chiederlo al Protocollo di Sicurezza.

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