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Sergio Mattarella, Paolo Becchi: "Il regista del governo M5s-Pd, ciò che ignorò un anno fa"

Paolo Becchi e Giuseppe Palma
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«Su alcuni punti non mi è consentito esprimermi per rispettare la doverosa imparzialità istituzionale e per non entrare nel dibattito politico, come è dovere di chi riveste ruoli di garanzia». Queste le parole del Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia del Ventaglio, che apre la fase agostana. Concetto condivisibile, peccato però che non sempre sia stato applicato allo stesso modo. O, meglio, è stato applicato a corrente alternata. Tacere sulla proroga dello stato di emergenza, in assenza di emergenza, equivale ad essere un imparziale garante delle istituzioni? Crediamo di no. Il Capo dello Stato è colui che fa da garante degli equilibri costituzionali, quindi dei diritti fondamentali tra cui libertà e democrazia. Se lo stato di emergenza consente al governo di sospendere le garanzie costituzionali, come è avvenuto dai primi di marzo a metà maggio, appare curioso che Mattarella non dica mezza parola sulla proroga dello stato emergenziale in assenza di un pericolo imminente e concreto.

Al momento abbiamo 41 persone in terapia intensiva in tutta Italia, i morti si contano sul palmo di una mano, mentre in Francia sono più di 300 in terapia intensiva. Perché siamo stati gli unici in Europa ad aver prorogato lo stato di emergenza? Tacere su questo è sinonimo di imparzialità? Nel mentre la Costituzione è sospesa da circa 5 mesi e il Parlamento è relegato a organo di ratifica, il capo dell'opposizione viene mandato a processo per aver un anno fa - nell'esercizio delle sue funzioni di ministro dell'Interno - bloccato lo sbarco di immigrati irregolari sul territorio italiano. In pratica ciò che fa un qualsiasi ministro dell'Interno in un qualsiasi Paese che si rispetti. Eppure non in Venezuela o a Cuba il leader dell'opposizione è mandato alla sbarra, ma in Italia. Tale aspetto ci sorprende. È stato proprio l'attuale Capo dello Stato, fino a poche settimane fa, a richiamare centrodestra e governo ad essere responsabili e collaborativi.

Cosa che è avvenuta, tant' è che il centrodestra si è fatto prendere in giro da Conte. Ora, dopo che la maggioranza giallo-rossa ha mandato a processo il leader dell'opposizione, Mattarella come può pretendere da Salvini «responsabilità e collaborazione»? Come ha potuto tacere il Colle su quanto accaduto due giorni fa in Senato? Una cosa però sta davvero a cuore al Presidente, e su questa la sua funzione di garanzia non conta: la scuola. Giusto, condividiamo le sue preoccupazioni sulla necessità che le scuole riaprano a settembre. Ma l'Università? Scuole aperte e Università chiuse, in modalità telematica? Ma sì, tanto il decadimento culturale ha ormai raggiunto livelli irreversibili.

 

 

L'inquilino del Colle ha sottolineato la terzietà del suo ruolo di garanzia che gli impedisce di intromettersi nelle scelte politiche. Anche quando impedì la nomina di Savona al ministero dell'Economia, travalicando i suoi compiti di garanzia, riteneva di essere imparziale? O quando ignorò la scorsa estate la volontà di Salvini e Di Maio di dar vita ad una riedizione del governo giallo-verde, durante la crisi di governo, favorendo la nascita dell'attuale governo giallo-rosso? Su questo punto è tutto documentato in un libro (Ladri di democrazia) che abbiamo scritto. Nessuno ha smentito la nostra ricostruzione, anche se è passata sotto silenzio. Ma il ruolo di Mattarella in quella vicenda è stato determinante. Vuole il Colle smentire la nostra ricostruzione? Non dimentichiamo inoltre la tirata di orecchi alla maggioranza giallo-verde nel dicembre 2018 per aver contingentato i tempi parlamentari per l'approvazione della legge di bilancio nonostante fossero stati rispettati tre passaggi, e il silenzio l'anno successivo - con la maggioranza attuale - che sullo stesso argomento garantì alle Camere solo due passaggi. Facile ora richiamarsi al ruolo del garante

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