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Giuseppe Conte nasconde nel decreto-Covid la proroga ai servizi segreti: un caso inquietante, insorgono opposizioni e Italia Viva

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Un altro colpo di mano di Giuseppe Conte. Un altro "strano" caso: aggiungendo quattro paroline alla legge approvata nel 2007 per riformare i servizi segreti, il premier - spiega il Corriere della Sera - ha di fatto garantito all'intelligence italiana la possibilità di vedersi rinnovato l'incarico per altri quattro anni. Un periodo - otto anni potenziali complessivi - che fino ad ora, considerato il ruolo cruciale, era sempre stato ritenuto troppo lungo. Fatto già sospetto di per sé, e che diventa ancor più inquietante se si pensa che la riforma è arrivata d'urgenza, per inciso nel decreto pubblicato lo scorso 30 luglio che riguarda la proroga dello stato di emergenza per il coronavirus fino al 15 ottobre.  E che c'entrano i servizi segreti? Un discreto mistero, tanto che ora non è escluso che il premier venga chiamato a riferire su questo colpo di mano, che ha anche mantenuto la delega politica sugli 007. 

 

Scontata, dunque, la levata di scudi. Per le opposizioni, per esempio, ha detto la sua Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia: "Il blitz con cui una manina del governo ha inserito nel decreto sulla proroga dello stato d'emergenza la riforma dei servizi segreti, con il prolungamento dei vertici per altri quattro anni, rappresenta l'ennesima forzatura di cui Conte deve dare subito una spiegazione convincente". E ancora: "Il Copasir, ad esempio, ne era al corrente? Questo è il governo dei misteri: non solo rifiuta di desecretare gli atti del Comitato tecnico scientifico, ma interviene surrettiziamente sugli 007 con una spregiudicatezza che definire preoccupante è un eufemismo", conclude la Bernini.

 

Ma le critiche arrivano anche dalla stessa maggioranza di Conte, per esempio dal renziano Michele Anzaldi, che fotografa la situazione su Twitter: "Conte prolunga il mandato dei capi dei servizi segreti addirittura oltre la naturale scadenza della legislatura (e quindi del suo governo), ma lascia l'Agcom senza presidente e quindi non operativa. Evidente problema di garanzie democratiche, strumentalizzata l'emergenza covid", conclude Anzaldi. Che, lo si ricorda, fa parte della maggioranza. Premier Conte, insomma, continua a "giocare" con la nostra democrazia e sempre più vien da chiedersi che cos'abbia da nascondere...

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