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Furbetti del bonus, Carlo Calenda: "Perché i nomi usciranno. Ai parlamentari consiglio di andare a nascondersi"

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“I nomi usciranno perché non c’è la base legale per tenerli segreti e l’Inps dovrebbe fornire quei nomi”. Carlo Calenda non si iscrive alla caccia ai cinque deputati furbetti che hanno chiesto e ottenuto dall’istituto previdenziale il bonus da 600 euro (poi diventato da 1000). Il leader di Azione è sicuro che i colpevoli verranno presto smascherati: “Sennò si crea la sensazione della casta che si autodifende. I partiti si assumano le responsabilità anche se vedrete scene di sciacallaggio tra partiti e faranno la scena ‘io non c’ero e se c’ero dormivo’”.

 

 

Calenda parla di “storia gravissima” e di nomi che vanno fatti perché “non c’è privacy quando si parla di soldi pubblici”, ma allo stesso tempo inchioda il governo presieduto da Giuseppe Conte alle sue responsabilità: “La legge era sbagliata. Noi avevamo proposto di mettere un tetto di reddito. In questo caso non avrebbe rallentato l’erogazione perché le dichiarazioni si conoscono e se il governo dice che non ha messo paletti per poter far arrivare più rapidamente i 600 euro agli italiani non è una giustificazione corretta”. Ciò non toglie che i deputati che hanno usufruito del bonus “si devono andare a nascondere in Kamchatka. Lo devono fare anche i presidenti e i consiglieri di Regione che sembra abbiano fatto come i deputati”. 

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