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Carlo Calenda contro Nicola Zingaretti: "Conte-bis, referendum e decreti Salvini? Il Pd non ha più autorevolezza"

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Un solo cinguettio basta a Carlo Calenda per dimostrare l'incoerenza di Nicola Zingaretti e del Pd. Il tema "principale" è sempre lo stesso: il referendum sul taglio dei parlamentari. "Era poco più di un anno fa - esordisce il leader di Azione -. Ma in fondo importa poco. Ci siamo abituati alle giravolte, le abbiamo celebrate o semplicemente dimenticate. Ma alla lunga tutto questo danneggia l’autorevolezza della politica più di ogni altra cosa". Poco sotto le richieste "inderogabili" del segretario del Partito democratico risalenti al 22 agosto 2019, quando insomma i dem trattavano con i grillini per dar vita al governo giallorosso dopo la crisi aperta da Matteo Salvini.

 

 

Qui si leggono gli aut aut del dem al Movimento 5 Stelle: un governo insieme sì, ma solo a una condizione. Quale? La rinuncia del taglio dei parlamentari e l'abolizione dei due decreti Sicurezza firmati dai grillini con la Lega nel precedente esecutivo. Morale della favola? Nessuna delle due richieste è stata rispettata. Anzi, sulla sforbiciata dei parlamentari Zingaretti si è appellato ai suoi: "Siamo delle persone per bene e manteniamo le promesse". Insomma, si è schierato per il sì. Nell'articolo rilanciato da Calenda, inoltre, si dava conto della terza condizione posta da Zingaretti: no a un bis di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Come no... Un cinguettio, quello del leader di Azione, per mostrare che razza di roba sia, davvero. il Pd. 

 

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