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"Conte-tre o Mario Draghi", fonti di governo confermano: "Questione di settimane per un nuovo esecutivo"

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Sono ore infuocate dentro e fuori le aule del Parlamento, dove in maniera “accidentale” si è verificato uno strappo del Pd con l’uscita allo scoperto di Andrea Marcucci, il capogruppo al Senato che ha chiesto a Giuseppe Conte di aprire una verifica sull’adeguatezza dei ministri per affrontare l’emergenza coronavirus. Quella che è sembrata a tutti una richiesta esplicita di rimpasto è stata poi ridimensionata dallo stesso Pd, che continua politicamente a lanciare il sasso ritirando la mano: il segretario Nicola Zingaretti si è dovuto scomodare per dichiarare che il sostegno a questo governo e ai suoi ministri è “pieno e totale, non in discussione”.

Poi è arrivata la rettifica dello stesso Marcucci, che ha specificato di aver chiesto al premier non un rimpasto, bensì “di assumersi la responsabilità dell’azione di governo, inclusa quella dei singoli ministri, e di aprire una fase di coinvolgimento parlamentare più profondo”. Caso rientrato? Non proprio, stando a sentire le ultime indiscrezioni rilanciate dall’Adnkronos, secondo cui fonti parlamentari della maggioranza ritengono che l’uscita allo scoperto di Marcucci, seppur smorzata dallo stesso Pd, è il segnale che siamo a un bivio. “Tra qualche settimana o si fa un rimpasto per un Conte 3 o la strada è quella di un governo guidato da Mario Draghi”, è la voce riportata dall’Adnkronos che sa tanto di nuovo terremoto politico in arrivo. E forse è meglio che avvenga adesso, piuttosto che aspettare ancora di essere sommersi dalla seconda ondata di Covid barcamenandosi tra litigi, mezze misure e “forti raccomandazioni” all’auto-lockdown.

 

 

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