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Roberto Speranza, lo sfogo rubato contro le Regioni dopo il dpcm: "La mia mitezza ha un limite"

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Non ne può più degli attacchi da parte delle Regioni il ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo il varo dell'ultimo dpcm sull'istituzione di zone gialle, arancioni e rosse, alcuni governatori hanno alzato la voce per ribellarsi al provvedimento e altri hanno accusato il governo di fare scelte politiche. Ma Speranza non ci sta. Secondo un retroscena di Repubblica, a fine giornata il ministro della Salute avrebbe confidato: "Sono arrivati attacchi contro il limite". Ma non usa parole troppo dure, anzi nella sua informativa in Parlamento, in programma oggi 6 novembre, chiederà unità e responsabilità. Tuttavia il suo sfogo è andato avanti: "C'è un limite anche alla mia mitezza, anche alla mia pazienza. E' surreale che anziché assumersi la propria parte di responsabilità, ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati dei propri territori". Speranza non si spiega la sorpresa dei presidenti di Regione sulle fasce di rischio, visto che era stato il ministero a informarli prima della conferenza del premier Giuseppe Conte.

 

 

 

"Le Regioni attaccano, ma i numeri sono più forti delle opinioni, il contagio si sta allargando. Le misure che abbiamo preso sono dure, ne sono consapevole. Sappiamo di imporre sacrifici alla gente, ma non c'è altro modo", continua il ministro. E poi c'è chi ha accusato l'esecutivo di basare scelte così importanti su dati vecchi, risalenti al 25 ottobre. Ma, come spiega Repubblica nel suo retroscena, da allora la situazione semmai è peggiorata, non migliorata. Speranza, poi, non vuol sentire parlare di "scelte politiche", perché le decisioni sono solo tecniche: "I dati delle Regioni confluiscono tutti nel database dell'Istituto superiore di sanità. Poi vengono elaborati con i parametri e scattano le ordinanze". Il ministro, insomma, non riesce a capire come si possa polemizzare anche su un indice di diffusione del coronavirus, soprattutto nelle Regioni più in difficoltà.

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