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Giuseppe Conte, il retroscena sulla telefonata. Dal cuore del Pd il piano di guerra per governare senza Renzi

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Il premier Conte ha deciso dopo aver parlato con i suoi più stretti collaboratori e anche "con un dem che ascolta volentieri, Goffredo Bettini, con cui ieri ha avuto un lungo colloquio telefonico", scrive il Fatto. La decisione che ha preso il premier è quella di sfidare il "nemico" cioè Matteo Renzi, sui contenuti e aprendo a alcune modifiche del Recovery Plan. L'obiettivo è puntare a un voto condiviso sul documento in Consiglio dei ministri. Ma se Renzi non fosse d'accordo ritirando la delegazione di governo, Conte è pronto a parlamentarizzare la crisi e ad andare fino in fondo, comprese le elezioni. Le affronterebbe come candidato di una coalizione giallorosa: a capo di una lista personale, oppure come guida del Movimento.

 

 

 

 

 

Conte vuole mediare con Renzi. Ecco spiegata la telefonta con Bettini, teorico di una lista Conte e di una coalizione giallorosa, nonché delle urne come via obbligata in caso di crisi. Il premier spera però di evitare le urne. "Sono pronto anche al voto, ma è evidente che a quel punto voi dovrete ragionare sui due mandati", ha detto qualche giorno fa ad alcuni esponenti dei cinquestelle. Ma prima c'è il passaggio in Parlamento. Perché Conte, per cadere, vuole essere sfiduciato in Aula. Con la speranza, invece, che qualche "Responsabile" voti con la maggioranza e salvi il suo governo.

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