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Marta Cartabia, "dalll'esploratore farlocco Fico alla scalatrice vera". Retroscena Mattarella: la preferita del Quirinale

Fabio Rubini
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Da un esploratore farlocco a una scalatrice vera, il passo potrebbe essere molto rapido, o almeno questo pensa (spera?) il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se l'incarico di sondare l'umore dei partiti dato a Roberto Fico non dovesse andare a buon fine, il Quirinale è pronto a mettere in campo un piano B, o meglio a rispolverarlo, visto che quella per Marta Cartabia è un'antica passione di Mattarella. I due si conoscono da quando erano giudici della Corte Costituzionale e i loro appartamenti nella Foresteria della Consulta erano vicini, così più di una sera capitava di vederli accomodati al tavolo di qualche ristorante romano («un po' come studenti fuori sede», ricorderà divertita Cartabia in un'intervista), dove la loro intesa e stima reciproca si sono consolidate. Per questo il presidente aveva pensato a lei già nell'agosto del 2019, quando cadde il governo gialloverde, ma non se fece nulla. Anche se, per la verità, le strade dei due si erano incrociate già nel 2015, quando il nome della Cartabia divenne papabile per la presidenza della Repubblica. Incarico per il quale le venne invece preferito Mattarella. Chi è davvero Marta Cartabia? Quelli che la conoscono nel profondo la descrivono come una donna che, nonostante la brillante carriera, ha mantenuto nel suo Dna i valori della vera provincia lombarda. Nata nel 1963 a San Giorgio su Legnano, paesino di seimila anime del milanese dove ha vissuto fino all'età di 13 anni, da una famiglia che tutti ricordano come «onesta, riservata e cattolica», la giovane Marta si trasferisce a Milano dove nel 1987 si laurea con lode in giurisprudenza con una tesi dal titolo «Esiste un diritto costituzionale europeo?» e con un relatore di tutto rispetto, Valerio Onida.

 

 



Carriera e famiglia - Da lì in avanti è un susseguirsi di incarichi e cattedre (ha insegnato nelle università di mezzo mondo e oggi è docente alla Bocconi) che farebbero girare la testa a chiunque. Non a lei, però, che alla strepitosa carriera affianca una brillante vita privata fatta di un marito e tre figli. «Penso che questo duplice aspetto della mia vita mi aiuti a mantenere un pizzico di equilibrio», ha confessato recentemente in un'intervista al Corriere. Prova ne è che quando se ne va per un anno negli Stati Uniti, decide di portare con sé i figli («la sera quando tornavo a casa mi buttavo in poltrona e pensavo: ma chi me l'ha fatto fare?»). Ma lei è così: una donna che alla grande preparazione tecnica affianca anche la sana pratica. Insomma una sorta di Mario Monti, ma con l'anima, che sa bene quanto costa un litro di latte e che paga di persona le bollette di casa. Una che ama il diritto, ma anche gli sport all'aperto (jogging e trekking, soprattutto, tanto che nel 2019 mentre i giornali e le tv di mezzo paese volevano intervistala, lei era con la famiglia in un campo base pronta a scalare i 4mila del Gran Paradiso); una che alla passione per la musica lirica (è impossibile non trovarla a una Prima della Scala), affianca il rock duro dei Metallica mentre fa sport.

 

 

 

Dalla Corte al Palazzo - La seconda svolta nella sua carriera arriva nel settembre 2011, quando Giorgio Napolitano la nomina giudice della Corte Costituzionale, organismo del quale diventerà prima vice presidente (due volte) dal 2014 al 2019 e poi presidente (prima donna nella storia) dal dicembre 2019 al settembre 2020, quando scade il suo mandato. Ora i rumors su una possibile salita a Palazzo Chigi sono tornati a farsi insistenti. La scorsa settimana, a crisi appena scoppiata, era stata ricevuta al Quirinale e alcune voci dicono che anche in queste ore si trovi a Roma, pronta a raccogliere il testimone da Fico. Del resto il suo sarebbe il profilo perfetto per un governo di larghe intese che potrebbe tenere assieme Pd, Italia Viva, Forza Italia e addirittura la Lega. Prova ne è che Salvini negli ultimi tempi si è spostato su posizioni più moderate. Anche ieri ha parlato di «un centrodestra disposto a dialogare con chi fosse disposto a sostenere le nostre proposte». Il nome giusto al Quirinale ce l'hanno già e chissà che un domani, dopo essere stata la prima donna presidente della Corte Costituzionale, la prima donna premier, non possa diventare la prima donna presidente della Repubblica... 

 

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