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Bruno Vespa su Luigi Di Maio: "Confermato al ministero degli Esteri perché il M5s non ha un leader"

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Bruno Vespa ha analizzato le scelte di Mario Draghi e Sergio Mattarella per la formazione del governo di “alto profilo” che affronterà l’emergenza sanitaria ed economica e in particolare la gestione dei miliardi del Recovery Fund. In particolare il giornalista di Rai1 è convinto che il nuovo premier si sia occupato prevalentemente della scelta dei tecnici, mentre il capo dello Stato e i suoi consiglieri degli equilibri all’interno dei partiti. 

 

 

“Si prenda il caso Zingaretti. Il segretario del Pd sarebbe entrato volentieri nel governo - ha scritto Vespa nel suo editoriale su Il Giorno - ma la sua presenza avrebbe portato l’ingresso nel governo di Salvini. E questo per i democratici sarebbe stato un tributo troppo pesante. Niente leader, dunque. Se Luigi Di Maio è rimasto agli Esteri - ha spiegato - è perché il M5s non ha un leader. E se Roberto Speranza, che pure è segretario di Articolo 1, è rimasto alla Salute è per non cambiare timoniere a una nave che naviga da un anno in un mare in tempesta”. 

 

 

Quindi per il conduttore di Porta a Porta il nuovo esecutivo è “assai equilibrato”, anche se è da evidenziare la perdita di peso ulteriore del Movimento 5 Stelle: “I grillini - ridimensionati per numero e peso con Patuanelli retrocesso all’Agricoltura e la Dadone alla Gioventù - sono stati ripagati con un grande tecnico come Cingolani alla Transizione ecologica e a sorpresa con un ambientalista prestigioso ma non ‘ideologico’ come Giovannini”. Una cosa è certa per Vespa: “Non rimpiangeremo gli esclusi del governo precedente”, a partire dai grillini Azzolina e Bonafede. 

 

 

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