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Mario Draghi, fiducia al Senato con 262: resta lontano il record di Mario Monti

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Fiducia sì, ma senza record. Mario Draghi, ed era scontato, incassa una fiducia-monstre al Senato. Ma come detto non raggiunge il record di Mario Monti nel 2011, anzi nemmeno ci va vicino. Per l'ex governatore della Bce, 262 voti favorevoli, 40 contrari, due gli astenuti. Per intendersi, il Loden all'inizio della sua avventura da premier, a Palazzo Madama raggranellò la bellezza di 285 voti.

Tra le curiosità, il "no" del senatore Ciampolillo alla fiducia. L'improbabile ex grillino che si fece paladino di Giuseppe Conte, insomma, si prende il lusso di negare la fiducia a Draghi. Trattasi dello stesso Ciampolillo dileggiato da Matteo Salvini nel suo intervento a Palazzo Madama, nel suo intervento poco prima delle repliche di Monti.

Insomma, per il nuovo presidente del Consiglio numeri solidissimi, eppure si pensava qualcosa in più. Cospicua la fronda grillina, con un M5s sempre più lacerato dall'arrivo di Draghi: i voti contrari tra le fila pentastellate sono 14. Difficile comprendere come il M5s possa evitare una scissione: la spaccatura è plastica e, soprattutto sempre più profonda.

Prima del voto, nel suo intervento, Draghi aveva toccato diversi argomenti. Dallo sviluppo sostenibile al "rischio di perdere il patrimonio della cultura. Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati, ma serve fare molto di più. Il ritorno alla normalità deve riguardare anche la cultura. È imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese", aveva rimarcato nella replica al Senato, spiegando che al G7 ci sarà una sessione di lavoro dedicata interamente alla cultura. Dunque il turismo: "Alcune imprese rischiano di non riaprire dopo la pandemia, ma non è questo il caso del turismo. Occorre investire in questo settore, quei soldi tornano indietro". E ancora applausi e la risposta di Draghi: "Vi ringrazio per la stima ma questa stima occorrerà misurarla dai fatti dei risultati del governo da me presieduto". Insomma, staremo a vedere.

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