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Gregoretti, il sospetto di Nicola Porro su Di Maio e Lamorgese: "È l'effetto-Draghi?"

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A Matteo Salvini è arrivato un assist pesantissimo per sbrogliare il caso Gregoretti, che lo vede accusato di sequestro di persona e abuso in atti di ufficio. A servirglielo è stata Luciana Lamorgese, chiamata a deporre dal giudice Nunzio Sarpietro: "C'è una continuità di azione fra casi Diciotti, Gregoretti e Ocean Viking", avrebbe dichiarato la titolare del Viminale stando a quanto trapelato dall'aula bunker del carcere Bicocca di Catania. La Lamorgese ha quindi confermato la versione del segretario della Lega sulla collegialità di una volontà politica nel fermare lo sbarco della nave Gregoretti, che era subordinato all'impegno dell'Europa a ridistribuire e accogliere i migranti. 

 

 

Anche Luigi Di Maio, che all'epoca era vicepremier del governo gialloverde, ha detto sostanzialmente la stessa cosa: "Ha riferito che la questione degli sbarchi - si legge sul sito di Nicola Porro - veniva affrontata nella ricerca collegiale di una soluzione a livello comunitario, ammettendo che operava un confronto interno al governo che infirma l'impianto accusatorio sul presunto illecito ascrivibile alla soggettività dell'ex ministro Salvini". 

 

 

Andrea Amata ha aggiunto una considerazione molto interessante su quello che potrebbe essere "l'effetto-Draghi" sul processo a Salvini: "Di Maio dovrebbe spiegare le ragioni del voto favorevole all'autorizzazione a procedere contro Salvini, considerando la 'confessione' di correità rilasciata al carcere del capoluogo etneo. Probabile che la nuova stagione 'draghiana' abbia favorito il clima di appeasement con il corrivo accusatore. La ragion di governo schiaccia quella del giustizialismo ideologico". 

 

 

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