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Mario Draghi e le rotture nel governo, "il premier dura fino a settembre": quella frase attribuita a Giancarlo Giorgetti

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Mario Draghi un nuovo Giuseppe Conte? A sentire chi sta al governo sembrerebbe di sì. I malumori non si sono fatti attendere, tanto che Il Fatto Quotidiano riporta di un intero esecutivo "caduto dal pero" quando ha saputo della sostituzione del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Al suo posto Fabrizio Curcio. Nessuno però ne era a conoscenza, eccetto i fedelissimi dell'ex banchiere. Almeno fino a quando non è apparsa la prima agenzia che recitava così: "Borrelli a rischio, ipotesi sostituzione in cdm". Il timore ora è che quel silenzio e quella riservatezza che contraddistingue Draghi diventi un ostacolo per la sua maggioranza allargatissima. Non è una novità che il presidente del Consiglio sia l'uomo dal tutto "all'ultimo": dai ministri ai sottosegretari, Draghi ha preferito diffondere nomi e cognomi a decisioni prese.

 

 

Il quotidiano di Travaglio parla addirittura di una "cabina di regia" interna formata dai tecnici, dal sottosegretario Roberto Garofoli, dal responsabile del Tesoro Daniele Franco passando per Roberto Cingolani, Vittorio Colao e Marta Cartabia, con cui si confronta e a cui delega alcune decisioni. Per il resto - è l'accusa rivoltagli - “decide tutto da solo”. L’unico “politico” che ascolta è il leghista Giancarlo Giorgetti. D'altronde è stato lui il primo a dover risolvere questioni spinose come Alitalia, Ilva e la Rai.

 

 

Per questo - è quanto riporta il Fatto Quotidiano - il braccio destro di Matteo Salvini avrebbe avvisato alcuni dirigenti del Ministero dello Sviluppo Economico circa la durata del nuovo governo: “Questo dura fino a settembre”. Quando il Recovery Plan e la campagna vaccinale saranno già incardinate e ad agosto si aprirà il semestre bianco in cui non si può andare a votare. Un avvertimento quello di Giorgetti? Chissà. Certo è che da quel momento può succedere di tutto. Anche che Draghi lasci Palazzo Chigi.

 

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