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Mario Draghi, il sondaggio sull'effetto Speranza: quanti punti ha perso il premier in due sole settimane

Alessandro Gonzato
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Un tempo il tormentone della Lavazza era «più lo mandi giù e più ti tira su». Nino Manfredi fu a lungo il volto della famosa marca di caffè. Un'altra epoca. In questa purtroppo c'è Roberto Speranza, il ministro del record europeo di morti per Covid il quale fa l'effetto contrario dei chicchi macinati: più lo tieni su e più ti tira giù. I dati parlano chiaro. Draghi l'ha confermato, e ora Draghi deve fare i conti con una repentina perdita di consensi. C'è una data particolarmente significativa nel sondaggio "Monitor Italia" realizzato da Tecné con l'agenzia Dire, ed è il 26 marzo, giorno in cui il governo su indicazione del pallidino di Liberi e Uguali e del Comitato tecnico-scientifico ha deciso per la stretta di Pasqua, per il "no" alle zone gialle e per il sì al rosso e all'arancione in tutto il Paese, per la proroga della chiusura di ristoranti, bar e delle altre attività commerciali, per l'ennesimo «sacrificio» degli italiani, per il «chiudere oggi per salvare l'estate», ma tanto a luglio ci diranno che c'è troppa gente in spiaggia e che se continuiamo così rischiamo di giocarci il Natale. D'altronde uno dei massimi rigoristi, il professor Andrea Crisanti - piuttosto ascoltato dagli scienziati al servizio del governo - ci ha già fatto capire a gennaio che fosse per lui la battigia la vedremmo al massimo col binocolo.

 

 




LA CLASSIFICA - Entriamo a pieno nel sondaggio. Fino a 19 marzo il consenso del premier era al 60,6%: in sette giorni è sceso al 57,8, un crollo di 2,8 punti. Dal 26 marzo al primo aprile il presidente del Consiglio ha perso un altro 1,7, il che lo ha portato al 56,1%, 4,5 punti in meno in 13 giorni e 4,9 rispetto al 13 febbraio, quando si è insediato l'esecutivo. Draghi rimane comunque in testa alla classifica di gradimento dei leader, e ci mancherebbe, lo era saldamente perfino Giuseppe Conte, figuriamoci l'uomo del «whatever it takes». Al secondo posto troviamo la leader di Fdi Giorgia Meloni, al 40,1%. Seguono Conte (35,8%), Matteo Salvini (33%), Enrico Letta (28,4%) e Silvio Berlusconi (27,4%). Tutti speravamo che con l'ex capo della Bce al timone Speranza venisse relegato al ruolo di spugnetta per francobolli. E invece il ministro che in autunno ha ritirato dalle librerie la fatica letteraria con cui ci voleva convincere di aver ammazzato il virus e restituito la vita a 60 milioni di persone parla ancora e le sue idee producono ancora disastri, per la popolazione, evidente, ma anche per il premier. Ieri, giusto per non smentirsi, Speranza ha detto che al momento non è dato sapere quando le attività commerciali chiuse per quasi un anno consecutivo potranno rialzare la saracinesca: un capolavoro.

 

 

 



ZAVORRATO - Dal sondaggio Tecné-Dire si nota anche una netta discesa (-2,1%) della fiducia complessiva nei confronti del governo, che il sondaggio dà al 52,1. Il 34% degli intervistati ha risposto di non averne e il 13,9 è indeciso: il campione è di mille persone. La sensazione, fiutando gli umori, è che tali dati siano destinati a scendere ulteriormente. Draghi è zavorrato da alcuni suoi ministri. Oltre a Speranza, in ruoli chiave ci sono gli Andrea Orlando. Al Dem, naturalmente in virtù di incastri politici necessari per la composizione dell'esecutivo, è stato affidato il dicastero del Lavoro nel momento più difficile per l'occupazione dal dopoguerra. Peggio, come ministro del Lavoro, c'era solo Luigi Di Maio, ma l'ex steward dello stadio San Paolo di Napoli aveva già dato e quindi si è preferito tenerlo agli Esteri a confrontarsi in non si sa quale lingua con gli omologhi internazionali. Il sondaggio citato è dettagliatissimo e riporta settimana per settimana il sentimento della popolazione. Riscontriamo soltanto un'anomalia difficilmente spiegabile se non con una svista, probabilmente un errore nel riportare i numeri in tabella: Speranza ha un indice di gradimento del 23,1%, che per quanto sia calato in una sola settimana dello 0,9 ci pare esagerato. Possibile che un italiano su quattro si fidi ancora di lui?

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