Urlatore

Alessandro Di Battista tagliato fuori dal M5s, indiscrezioni: nuovo partito con Davide Casaleggio

Salvatore Dama

Non bastava un Movimento 5 Stelle. Eccone un altro. Ispirato alle battaglie originarie dei grillini e alla figura di Gianroberto Casaleggio. Nel momento in cui Giuseppe Conte si prepara a rinnovare nel profondo i 5s, c'è chi non ci sta e prova a mettersi in proprio. Così le incomprensioni sono diventate liti, le liti spaccature e le spaccature una vera e propria scissione in fieri. Alessandro Di Battista ricorda Gianroberto Casaleggio Paladini dell'ortodossia pentastellata sono Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio. Entrambi hanno una ragione per opporsi ai piani di Beppe Grillo e alla decisione del "garante" di piazzare l'ex premier al vertice del Movimento. Dibba ne fa una questione ideale. Casaleggio junior ha una motivazione un po' più materiale. Le loro strade, però, sembrano destinate a unirsi. E proprio nel nome dell'ideologo del M5s.

 

 

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Ieri ricorrevano i cinque anni dalla sua scomparsa. L'ala ortodossa ha sfruttato l'occasione per ricordare Casaleggio senior, per sottolineare l'importanza dell'associazione Rousseau e per dichiararsi ancora fedele ai "totem" del progetto originario. La cerimonia si è svolta in streaming ed è stata presentata da Casaleggio Jr e da Dibba, colui che si pretende il vero erede "politico" del defunto co-fondatore. Alessandro compare nel video di presentazione dell'evento: «Sono cinque anni che non ci sei, ma vedessi quello che sta succedendo!». E quello che succede non è bello. Perché la creatura perfetta ideata dal visionario milanese oggi è nient' altro che un covo di litigi, dispetti, polemiche. Anche venali. Casaleggio jr batte cassa. Il 22 aprile è l'ultimo giorno utile per versare le quote alla piattaforma Rousseau. Se i morosi, che sono tanti, non lo faranno, si andrà verso un inevitabile divorzio politico. «Aspetteremo il 22», ma poi, «bisogna decidere se Gianroberto e la sua eredità siano ancora parte del M5s oppure no», chiarisce la socia di Rousseau Enrica Sabatini, che rispetto al voto per Conte su una piattaforma diversa attacca: se così fosse «la notizia è che si sta facendo un nuovo partito, con una nuova associazione, nuovo statuto e nuova piattaforma. Quindi qualcosa di diverso dal M5s».

 

 

 

Il destino oramai sembra segnato. Conte ha in testa una evoluzione del Movimento che gli assomigli: pettinata e con la camicia infilata nei pantaloni. Casaleggio e Di Battista, invece, hanno ancora in testa la rivoluzione dei descamisados. A partire dalla ferrea riconferma del tetto ai due mandati: «Io sogno un paese che abbia per tutti l'impossibilità, per legge, di fare più di due mandati: fidatevi di me, io ci sono stato nel palazzo!» dice Dibba. Che poi pianta altri paletti. Tra tutti, quello del finanziamento ai partiti: l'ipotesi circolata tra i parlamentari è quella dell'accesso al 2 per mille delle dichiarazioni per finanziare il nuovo Movimento. «Io sono contro: sia perché sul finanziamento ha deciso il popolo italiano sia perché ritengo che l'etica e la sobrietà economica debbano far parte dell'ideologia di una forza politica». Infine la difesa della democrazia partecipata e diretta: «Il voto è dibattito: non può essere visto solo come una ratifica di decisioni già prese».