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Aperture, Matteo Salvini: "Dati confortanti, tornare alla vita". Ma Roberto Speranza: "Serve gradualità"

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Dopo il botta e risposta tra Enrico Letta e Matteo Salvini, il governo deve fare i conti con il dibattito sulle riaperture. Da una parte il leader della Lega, dall'altra il ministro della Salute Roberto Speranza. "L’Italia ha dati sanitari confortanti che ci permettono di chiedere, a nome di migliaia di sindaci e di tutte le Regioni, il ritorno al lavoro, alla libertà e alla vita", è stata la premesse fatta dal leghista durante una videoconferenza in vista della cabina di regia di lunedì 17 maggio. Collegati, tra gli altri, i ministri Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia, Erika Stefani, i governatori e alcuni sindaci tra cui il responsabile enti locali Stefano Locatelli.

 

 

La Lega chiede a gran voce "la riapertura di bar e ristoranti al chiuso almeno al 50 per cento, un programma di cancellazione del coprifuoco da qui ai prossimi giorni e il via libera a palestre e piscine al chiuso". Dalla sua i numeri di aprile. Salvini ha infatti sottolineato che "anche le riaperture di fine aprile non hanno portato alcun risultato negativo, si assiste anzi ad un costante miglioramento".

 

 

Rigorista, ancora, Speranza. Il ministro non ha alcuna intenzione di ripiombare nell'incubo: "Sono ottimista - ha premesso all'Assemblea di Articolo uno - presto si ripartirà, si ripartirà velocemente. Oggi possiamo dire che si riapre perché siamo stati cauti, prudenti e dobbiamo farlo ancora con gradualità. Le riaperture devono essere ponderate fino in fondo perché non vogliamo mai più tornare indietro". Non era stato diverso il discorso tenuto dal premier in aula. "Io voglio riaprire - aveva detto Mario Draghi nel tentativo di rassicurare gli italiani -, voglio che le persone tornino fuori a lavorare, a stare insieme, a divertirsi. Ma bisogna farlo in sicurezza, calcolando bene il rischio che si corre. I dati sono incoraggianti". Estrema cautela quella del presidente del Consiglio che è addirittura giunto alla conclusione di rimandare la riunione per abolire il coprifuoco

 

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