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Non è l'Arena, il retroscena di Giorgia Meloni sull'incontro con Draghi: "Non mi ha detto che rimarrà fino al 2023"

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Ospite a Non è l'Arena di Massimo Giletti, Giorgia Meloni ha svelato dettagli in più sul colloquio "cordiale" avuto in settimana con Mario Draghi. Nella puntata di domenica 7 giugno del programma di La7 la leader di Fratelli d'Italia ha ribadito la necessità di andare al voto. E lo ha fatto svelando un retroscena che non piacerà a Matteo Salvini. " Il premier - ha risposto prontamente al conduttore - non mi ha mai detto che starà fino al 2023 e io non gliel'ho mai chiesto. Spero di no, io voglio che si vada a votare". Diverso invece il parere del leader della Lega che in un'intervista ha ammesso: "Noi contiamo di arrivare con Draghi a fine legislatura a marzo 2023". Insomma, nella testa dell'ex ministro le elezioni sono ancora lontane.

 

 

Da unica voce all'opposizione, la Meloni non ha comunque potuto fare a meno di non notare una piccola differenza tra l'ex numero uno della Bce oggi a Palazzo Chigi e il suo predecessore: "Draghi almeno sa ascoltare". Poi di nuovo la leader di FdI è tornata sul faccia a faccia che l'ha vista protagonista: "Sono andata da Draghi per tre ragioni: basta alla limitazione senza ragione della libertà delle persone e dell'impresa. Dopo un anno non è più tollerabile". E ancora, elencando i problemi fondamentali: "Bisogna lavorare su temi come i mezzi pubblici e basta a cose senza senso come il coprifuoco. Di fronte a cose irragionevoli una persona intelligente capisce. Mi auguro che lo strapotere di Speranza sia cambiato. Basta pensare che rispetto a un anno fa i dati sui contagi sono più alti e ci sono anche i vaccini, vuol dire che queste misure non funzionano". Come darle torto

 

 

Infine sulla federazione di centrodestra proposta da Salvini e destinata al centrodestra, la Meloni sembra non essere affatto intimorita: "Credo che vogliano cercare di contare un po' di più, poi non mi sono chiari i contorni, c'è chi parla di coordinamento e chi di gruppi unici, guardo la proposta con assoluto rispetto. Non ho parlato con Berlusconi e Salvini di questa cosa, ho sempre pensato che le differenze fossero una ricchezza, quello che fa la differenza in politica è la tua identità. È un'operazione che ha vantaggi e rischi".

 

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