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Mario Draghi e Figliuolo, l'indiscrezione: "Il 31 luglio abolizione dello stato d'emergenza. ma c'è un problema"

Draghi e Speranza

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Lo stato di emergenza perenne in cui si è ritrovata l’Italia a partire da marzo 2020 potrebbe presto giungere alla conclusione. Mario Draghi ci sta seriamente pensando: lo stato di emergenza scade il 31 luglio e potrebbe non essere rinnovato per dare un ulteriore segnale di graduale ritorno alla normalità. Il nodo da sciogliere è però legato alla struttura del commissario straordinario Figliuolo: senza lo stato di emergenza, non potrebbe essere pienamente operativo, a meno che non venga approvata una norma apposita. 

 

 

D’altronde è impensabile che Figliuolo cessi il suo operato già a fine luglio: è necessario che la struttura commissariale resti in piedi almeno per tutto il resto del 2021, sia per garantire che la campagna di vaccinazione proceda celermente sia per far sì che passi gradualmente dalla centralizzazione presso gli hub a un sistema più vicino ai cittadini, in cui le inoculazioni diventino compito di pediatri e medici di famiglia. “Mario Draghi ci crede davvero, a questa svolta - si legge nell’edizione odierna de La Repubblica - per il premier, il vaccino è antidoto alla crisi: a quella sanitaria, ma anche economica”. 

 

 

Infatti già nei prossimi mesi è atteso un rimbalzo importante del Pil e soprattutto si spera nella conferma che l’emergenza sanitaria sia ormai sotto controllo: di conseguenza a fine luglio potrebbe cessare l’attività del Comitato tecnico scientifico, mentre dovrebbe rimanere in piedi la figura del commissario Figliuolo. “La decisione finale sulla struttura commissariale - scrive La Repubblica - non arriverà dunque prima di novembre”. 

 

 

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