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Enrico Michetti, dopo 24 ore parte la campagna denigratoria della sinistra: tintinnio di manette e saluto romano

Antonio Rapisarda
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In linea con il compito tutt' altro che circoscritto che si è dato - «restituire alla Città eterna il ruolo di Caput mundi» - non sorprende che la presentazione della candidatura di Enrico Michetti (prevista stamane alla presenza di Salvini, Meloni e Tajani) si svolgerà al Tempio dedicato a un governante illuminato dell'antichità come fu Adriano. Del resto l'idea di riconsegnare il buon governo e la competenza a Roma, a maggior ragione dopo cinque anni di "grillismo" targato Virginia Raggi, rappresenta la traccia che ha ispirato chi ha portato il professore esperto amministrativista, «il Mr. Wolf chiamato dai sindaci per risolvere i problemi», sul tavolo della coalizione. «Faccio volentieri campagna elettorale per Michetti», ha ribadito ieri Giorgia Meloni a L'Aria che tira. «Non sarà un "nomone" - ha insistito - ma se lo propongo è perché sono sicura che con lui si possa vincere e governare bene. E che la macchina del Comune di Roma camminerà».

 

 

 

Chiaro, poi, che per arrivare ai comandi della gigantesca macchina capitolina occorrerà battere gli avversari. Ma per la leader di FdI il presunto gap di popolarità di Michetti non è un problema. Al di là dei sondaggi più che positivi, «ha una grande empatia coi cittadini della Capitale», ha rassicurato a Il Tempo in riferimento al rapporto privilegiato che il professore vanta con i cittadini grazie al filo diretto sulle radio locali. E comunque Giorgia non lascerà mica da solo Michetti: «Gireremo insieme Roma». A dargli una mano ci sarà pure Matteo Salvini che ieri ha voluto incontrare per un'ora il neocandidato per fare il punto sulle cose da fare «per il futuro della città». Ordine del giorno? «Abbiamo parlato non di filosofia - ha chiarito il segretario della Lega - ma di Atac, di Ama, di rifiuti, di licenze, di tombini, di lavoro...». Michetti camminerà fianco a fianco con Simonetta Matone, il magistrato esperto di diritti dei minori indicato come pro -sindaco, fortemente sponsorizzata da Forza Italia. «Abbiamo dato vita alla squadra Michetti-Matone per allargare i confini del centrodestra», ha spiegato a sua volta Antonio Tajani per nulla perplesso dalla natura del ticket: «Devono amministrare Roma non devono dare una linea politica, sono due civici che devono occuparsi delle cose concrete della città e noi siamo convinti che siano in grado».

 

 

 

Cesari e papi

Il primo ad essere convinto di farcela è ovviamente Michetti stesso: «Se c'è chi pensa che Roma abbia bisogno di una star si sbaglia», ha spiegato convinto com' è che la Capitale abbia bisogno in realtà «di una persona che si è applicata finora ai problemi delle città». E qui il professore snocciola la sua attività venticinquennale di consulenza in materia di dissesti economici, piani regolatori, espropri, funzionamento tecnico degli uffici: «Mi sono occupato praticamente di tutto». In attesa di capire il suo programma, ecco i modelli ispiratori dell'avvocato tribuno: «I grandi cesari e i papi». Questi, spiega il professore, «non avrebbero mai costruito le piramidi perché non erano di pubblica utilità: costruivano ponti, strade, acquedotti e anfiteatri per il benessere dei cittadini». Quanto a quest' ultimi - rivolto ai romani - «abbiamo quattro mesi e mezzo per farci conoscere». Chi non tarda a farsi riconoscere, invece, è la stampa progressista che non ha perso un attimo nell'attivare la campagna denigratoria nei confronti del candidato del centrodestra. Dopo l'immancabile caccia al fantasma "nero" (con Michetti che sul «saluto romano» ha risposto serafico: «Mi hanno chiesto di spiegarne l'origine, ho detto che era con la mano aperta in segno di pace») e il pedante fact checking sul suo tasso di fedeltà al verbo dei "virologi" («Mi sono vaccinato ma nel massimo rispetto di chi la pensa in modo diverso») non poteva mancare il filone giudiziario. Ci hanno pensato Fatto Quotidiano, Repubblica e Domani a tirare fuori filoni di indagini, con tanto di indiscrezioni su una doppia inchiesta di Anac e Corte dei Conti su fatti risalenti a circa dieci anni fa che non riguardano però direttamente né Michetti né la sua Gazzetta amministrativa bensì l'utilizzo di fondi pubblici da parte di alcuni enti per dei servizi. La vicenda era già stata ventilata qualche settimana fa: senza alcun rilievo. 

 

 

 

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