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Ballando con le Stelle, "troppi gay": clamoroso al Senato, irrompe lo show della Carlucci per fermare il delirio del Pd

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La discussione politica sul  Ddl Zan ha lambito anche il programma Ballando con le Stelle. La trasmissione condotta da Milly Carlucci e in onda su Rai 1 è stato oggetto di argomento durante una delle 70 audizioni che la commissione giustizia del Senato, presieduta dal leghista Andrea Ostellari, sta svolgendo per la discussione del testo del disegno di legge contro l’omotransfobia. A citare la trasmissione è stato Alberto Contri, che insegna Comunicazione sociale alla Iulm, durante il suo intervento in collegamento con Palazzo Madama.

 

 

 

Il professore ha spiegato che, “la stampa è convinta che questa sia una battaglia di libertà, ma non lo è affatto. Il voler modificare il proprio corpo significa non accettare alcuni limite, ribellarsi al creato e ribellarsi alla natura. Sarà lecito dire che queste cose non sono regolari”, ha detto. Il professore, contrario al Ddl Zan, ha aggiunto di essere stato “vittima” degli attacchi della rete per aver scritto che “non mi spiegavo come mai, per esempio, pur essendo il 95,5 per cento le famiglie italiane eterosessuali (dati Istat) nella giuria di Ballando con le Stelle "ci fosse una sovra-rappresentazione di gay (due su cinque) nella giuria”.

 

 

 

 

Il riferimento di Contri è a una polemica che risale a tre anni fa, quando era presidente di Pubblicità Progresso e pubblicò sui social un commento, poi rimosso, in cui usava la parola “che***” riferendosi ad alcuni dei giudici della trasmissione condotta da Milly Carlucci e aveva parlato di una “squallida caricatura dell’essere gay, diritto di scelta invece sacrosanto”. Fabio Canino, membro della giuria del programma, aveva pubblicato su Twitter lo screenshot del commento, scrivendo: “Vergognati e dimettiti”. Ecco che allora il dibattito politico sulla legge che sta dividendo la destra, dalla sinistra, fornisce un altro spunto con quest'ultima testimonianza ad una commissione parlamentare che porti poi il via al voto sul disegno di legge.

 

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