Vito Rosario Petrocelli del M5s: "Italia punto di riferimento di Cina e Iran". La Lega: si deve dimettere dalla Commissione Esteri
Vito Rosario Petrocelli, presidente M5S della Commissione esteri crea scompiglio nella maggioranza con le sue dichiarazioni. Frasi che hanno innervosito la Lega che ne ha chiesto le dimissioni: le sue posizioni in tema di politica estera lasciano perplessi: "Posso essere definito in tanti modi, anche filocinese". Un suo tweet ha infatti fatto infuriare la Lega: "l'Italia dev' essere il miglior riferimento per Cina e Russia. Non il contrario". Petrocelli spiega che, "a differenza di altri non devo ogni volta ribadire la mia fede filoatlantica, ma penso che proprio all'interno del campo occidentale l'Italia debba essere il miglior riferimento per Russia, Cina e Iran", rivela nell'intervista a Repubblica che ha messo un subbuglio il governo.
"In piena guerra fredda la Fiat costruì lo stabilimento in Unione sovietica, a Togliattigrad. Era una contraddizione? L'Italia deve fare tutto il possibile per mantenere un dialogo con questi Paesi. Draghi ha detto che con la Cina il governo si muoverà lungo tre linee, ma io aggiungerei anche le relazioni commerciali e culturali", racconta. Critica il G7 che ha definito la Cina è il nuovo avversario delle democrazie avanzate. "La trovo una posizione quasi da guerra fredda. In Cina nessuno contesta che noi siamo una democrazia, mentre trovo poco corretto che noi mettiamo in discussione un modello di stampo socialista, che viene accettato da un miliardo di persone".
Ha da dire la sua anche sui diritti negati alla minoranza uigura: "Ho sottoscritto il rapporto che mette in discussione la persecuzione. Sono per ricostruire il dialogo, su una questione così delicata, che va affrontata senza faziosità. Non credo che si possa parlare di genocidio, come non credo che vengano sterilizzate milioni di donne. Non c'è alcuna pulizia etnica. Mi piacerebbe portare una delegazione parlamentare nello Xinjiang, di modo che ciascuno possa giudicare con i propri occhi", racconta. Immediata la replica leghista: "Se Petrocelli crede di poter tranquillamente blandire un regime totalitario si dimetta dalla sua carica e segua il suo sodale Di Battista nei suoi viaggi in giro per il mondo tra regimi ed autocrazie", hanno scritto i senatori della Lega Stefano Lucidi, Tony Iwobi, Manuel Vescovi ed Emanuele Pellegrini.